De Angelis, addio Porta Maggiore: «Insultato alla cena propiziatoria»

L’ex caposestiere: «Certa gente va cacciata»

De Angelis (al centro) con i sestieranti di Porta Maggiore

De Angelis (al centro) con i sestieranti di Porta Maggiore

Ascoli, 4 agosto 2015 Amareggiato e deluso, come mai gli era capitato in oltre trent’anni di Quintana, ieri pomeriggio è tornato a parlare l’ormai ex caposestiere di Porta Maggiore, Antonio De Angelis, per spiegare i motivi che lo hanno portato a dimettersi, proprio alla vigilia della giostra di agosto.

De Angelis, cosa è accaduto nelle ultime ore?

«Troppe persone, ormai da tempo, creano disturbo all’interno del sestiere e venerdì scorso, durante la cena propiziatoria è stato toccato il fondo».

In che senso?

«Ci sono stati dei ragazzi e dei sestieranti che mi hanno insultato e che per poco non alzavano le mani. Anzi, qualcuno lo ha fatto, dando perfino un calcio ad una signora. A mio avviso è stato un fatto gravissimo e le mie dimissioni sono irrevocabili. E’ giunto il momento di prendere dei seri provvedimenti nei confronti di tutti coloro che vogliono male a Porta Maggiore e, di conseguenza, anche alla Quintana. Io non ho avuto il coraggio di cacciare queste persone, ma spero che gli altri componenti del comitato lo facciano. Altrimenti, consiglio anche a loro di dimettersi».

A cosa è dovuto tanto nervosismo?

«Forse siamo stati troppo buoni in passato. Il fatto che non vinciamo da 33 anni non può giustificare tali atteggiamenti e secondo me rappresenta solo una scusa per far danni e per sfogarsi. Per colpa di queste persone, nel 2011, a seguito della rissa che le vide coinvolte nella gare interne degli sbandieratori, il sestiere fu costretto a pagare una multa salata e, compresi i vari ricorsi, sborsammo ben 20mila euro. Pochi giorni dopo, magari sarà stato un caso, ebbi anche un infarto. Ma non chiedemmo neanche un euro ai sestieranti coinvolti. E questo è stato il ringraziamento. Quest’anno abbiamo chiesto un piccolo contributo ad ognuno di loro per sostenere i costi delle gare nazionali. Chissà, forse se la sono presa per questo motivo, ma stiamo parlando di somme davvero basse. Chi tiene veramente al sestiere dà volentieri un aiuto in questi momenti di difficoltà».

Ci sono stati dei messaggi di affetto in questi giorni?

«Tantissimi. E di questo sono molto contento. Significa che in oltre trent’anni di Quintana qualcosa di buono ho fatto. Abbiamo riportato tanta gente a frequentare la vita di sestiere. Qualche anno fa c’erano solo 150 persone alla cena propiziatoria, mentre venerdì eravamo in 600, comprese tante famiglie che purtroppo hanno assistito ad un pessimo spettacolo. Il ‘Consiglio degli Anziani’ deve intervenire per allontanare persone simili dalla Quintana».

Quante possibilità ci sono per un suo ripensamento?

«Nessuna».

Matteo Porfiri