Monteprandone (Ascoli Piceno), 10 agosto 2012 – Curava i piccoli pargoli delle famiglie di Monteprandone, - secondo le accuse della Guardia di Finanza - senza avere la specializzazione prevista dalla legge per l'assistenza sanitaria ai minori.

Era il medico sostituto, scelto dal titolare dell'ambulatorio. Quest'ultimo aveva esercitato l'attività di anestesista neonatale in una clinica degli Stati Uniti per un lungo periodo, lasciando la gestione dello studio ad un medico che però, seconde le accuse, non abilitato a fare il pediatra, pagandolo 3mila euro al mese. Il tutto all'oscuro delle famiglie dei bambini e dell'azienda sanitaria. Dal 2002.

E' quanto hanno scoperto i finanzieri del Nucleo di Polizia tributaria di Ascoli Piceno, secondo i quali la 'manovra' consentiva al 'titolare' di stare negli Usa e percepire ugualmente i circa 6.500 euro al mese pagati dall'azienda sanitaria.

I due sono stati denunciati e anche l’Asur ha avviato un’inchiesta interna che si è conclusa con la revoca del rapporto con il pediatra 'assenteista’.

Ma in una nota diffusa attraverso l'avvocato Francesco Pagano, il medico che risulterebbe non in possesso dell'abilitazione alla professione di padiatra smentisce la ricostruzione delle Fiamme Gialle, e si riserva ''ogni piu' opportuna iniziativa per tutelare la propria onorabilita' e professionalita''' e per ottenere un risarcimento dei danni. ''Non ho mai esercitato abusivamente alcuna attivita' professionale, ne' mai millantato specializzazioni in pediatria o altre specializzazioni non conseguite'', questa la sua posizione.

''Il mio assistito - scrive il difensore - ha sempre prescritto ogni prestazione ambulatoriale utilizzando la propria carta intestata, dove, senza alcuna possibilita' di equivoco, e' riportata la specializzazione di 'Medico Chirurgo'''.
In base a quanto previsto dall'art. 36 dell'Accordo collettivo nazionale di pediatria di libera scelta, prosegue il legale, ''ha prestato la sua professionalita' in qualita' di sostituto 'a chiamata'. La norma da' facolta, in assenza di una figura specialistica, che il titolare della convenzione possa ricorrere ad un Medico Chirurgo con provata esperienza professionale nel settore'', e il dottore in questione vanta ''due anni di frequenza nel reparto pediatrico dell'Ospedale Salesi di Ancona, un Master di secondo livello conseguito presso la facolta' di Medicina di Chieti, e diverse pubblicazioni su riviste mediche specializzate in pediatria''.

Il rapporto il medico e il titolare dello studio di Ripatransone ''e' sempre stato connotato dai criteri di 'liberta' e professionalita' - continua lil legale - e il mio assistito non ha mai avuto rapporti con l'Asur, ne' percepito da questa alcun compenso''. Non solo, l'avvocato spiega che la ''discontinuita''' delle prestazioni ambulatoriali prestate dal suo assistito ''nell'ambulatorio del titolare della convenzione di pediatria di Monteprandone e' provata dal fatto che lo stesso opera in sostituzione di numerosi altri ambulatori pediatrici, e cio' ogni volta che si manifesta la necessita'''.

Quanto invece ai legali del titolare dello studio, gli avvocati Marina Cantini e Giovanni Piergentili, sostengono che: "Il titolare dello studio in oggetto legittimamente esercitava come legittimamente esercita, la professione di medico pediatra, contrariamente a quanto sembrerebbe suggerire il titolo dell’articolo , affidandosi nei periodi di sostituzione, regolarmente comunicati alla Asur -così come comunicato regolarmente all’Asur il nominativo del sostituto, incontestabilmente edotta ed informata al riguardo- ad un medico che garantiva e che ben può garantire , ai sensi dell’ art. 36 ACN regolante il rapporto, un più che adeguato livello di qualità professionale.

E chiaro quindi senza ombra di dubbio, aldilà di aspetti della vicenda ancora in corso di accertamento nelle competenti sedi ed in relazione ai quali, quindi, si ritiene doverosamente di non fare ulteriore cenno, come in ogni momento sia stata assicurata ai piccoli pazienti idonea e qualificata assistenza.

Non è assolutamente corretto, inoltre, parlare di gestione di fatto demandata ad altro soggetto rispetto al titolare del rapporto in essere, così come riportare circostanze e fatti infondati, non provati , non riscontrati e non corrispondenti alla realtà dell’intera vicenda.

Il procedimento penale di cui alla denuncia da voi menzionata, peraltro e tra l’altro, si è concluso con un decreto di archiviazione emesso dal Gip di Ascoli Piceno il 6 ottobre 2011".