San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), 20 marzo 2013 - Le immagini di Papa Francesco che scende dalla Jeep per andare a baciare un uomo sulla barella sollevata dagli amici fra la folla, ha fatto il giro del Mondo (guarda il video). Quell’uomo, cinquantenne, con il corpo completamente paralizzato a causa di una tetraplegia spastica, contratta con una vaccinazione quando aveva appena 8 mesi, si chiama Cesare Cicconi, chiamato dagli amici Cecè, ed abita a Porto d’Ascoli con il padre, la sorella Cinzia di 43 anni, il cognato e due nipoti.


Abbiamo rintracciato la comitiva dell’Unitalsi di Porto d’Ascoli telefonicamente, appena terminata la cerimonia in Vaticano. “Da quando il Papa l’ha baciato ha il sorriso stampato in volto – racconta il suo amico Corrado Di Marco, che con altri compagni ha sollevato la lettiga di Cesare, mentre stava passando il Papa – Oggi Cesare ha un forte mal di gola è fatica a parlare, allora manifesta la sua grande gioia ridendo in continuazione.


Quella di Cesare è una carrozzina speciale che si trasforma in lettiga abbassando lo schienale e le pedane. In questo modo riusciamo a portarlo con noi ovunque”. Cesare fatica a parlare forte al telefono, disturbato anche dai rumori di fondo nel pulmino dove ci sono anche altri assistiti dall’Unitalsi di San Benedetto. Allora ci interpreta le sue parole l’amico Corrado: “Il Papa si è fermato quando era davanti a noi – racconta Cesare – Mi ha indicato con la mano ed è sceso dalla jeep. Mi è venuto vicino, mi ha preso la testa fra le mani e mi ha baciato sulla fronte. Ero emozionato, cosi i miei amici hanno ringraziato il Pontefice che ha risposto ‘No, grazie a voi e pregate per me’. Da quel momento non faccio altro che ridere e non riesco a pensare ad altro”.

 

E’ la seconda volta che Cesare vive un’emozione così forte, perché nel 1982, durante un’udienza privata con i fedeli di San Benedetto, fu baciato anche da Giovanni Paolo II. Nonostante fosse costretto in carrozzina, con il corpo paralizzato, grazie ai suoi familiari ed ai suoi amici, Cesare riesce a vivere serenamente le sue giornate. Nei giorni dispari, dalle 14 alle 19 si fa accompagnare nella casa d’accoglienza della Parrocchia Cristo Re di Porto d’Ascoli, dove opera un gruppo dell’Unitalsi, il sabato e la domenica spesso gli amici lo portano in pizzeria, a fare un giro in città e perfino alla partita di calcio, allo stadio di Ascoli, perché Cesare è un tifoso dei Bianconeri.


“Siamo partiti da casa ieri sera verso mezzanotte e mezzo con un pulmino dell’Unitalsi per arrivare presto in Vaticano – racconta Corrado – con Cesare c’è la sorella Cinzia, la nipote Valentina, poi Marino, Carlo, Elide, Nadia e Simona che è una volontaria. Mentre ti parlo - conclude Corrado – ho qui accanto Cesare che ha un sorriso formidabile. Si sta godendo il regalo del Papa”.
 

Marcello Iezzi