Roger Waters a San Benedetto per la festa di Harry Shindler

Il leader dei Pink Floyd al compleanno dell’amico

Roger Waters e Harry Shindler

Roger Waters e Harry Shindler

Ascoli, 18 luglio 2016 - «Ci sarà anche un amico di Aprilia». Così l’angelo della memoria Harry Shindler aveva annunciato l’ospite a sorpresa della festa per il suo novantacinquesimo compleanno, andato in scena ieri allo chalet Vesuvio, sul lungomare di Porto d’Ascoli.

Ecco, «l’amico di Aprilia» era Roger Waters, il leader dei Pink Floyd. L’amicizia tra i due è nata pochi anni fa, a raccontarla è stato lo stesso Waters nel suo commosso intervento di auguri: «Mio padre Eric sbarcò a Salerno durante la Seconda Guerra Mondiale e morì in Italia, ma non sapevo dove. Una volta raccontai questa storia a una troupe televisiva. Harry vide quella trasmissione e trovò il punto in cui è caduto».

Ad Aprilia, appunto, dove nel gennaio dell’anno scorso è stata inaugurato un monumento alla memoria con il nome di tutti i soldati inglesi morti per liberare l’Italia dal nazifascismo, tra cui anche quello di Eric Fletcher Waters. È il lavoro di Harry: ricostruire la storia dei soldati inglesi che hanno combattuto in Italia, in tantissimi gli scrivono ogni settimana. Lui, con pazienza e dedizione, si mette a scartabellare tra documenti e fonti finché non riesce a trovare delle tracce e a ricostruire interi pezzi di un passato che si credeva perduto. E’ stato insignito dalla Regina con la medaglia del ‘Most Excellent Order of the British Empire’, è stato inserito al 32esimo posto nella classifica dei cinquanta inglesi dell’anno stilata da The Daily Telegraph e sta combattendo da anni la battaglia per concedere il diritto di voto ai cittadini britannici che vivono all’estero.

Alla sua festa di compleanno c’era quasi un centinaio di persone, accorse da tutta l’Italia, dalla Gran Bretagna, dalla Spagna e dagli Stati Uniti per rendere onore a Shindler e festeggiarlo a dovere. Roger Waters è arrivato trafelato poco dopo l’una, sceso da un furgone bianco della Fiat: un paio di jeans, una polo bianca, gli occhiali da sole di ordinanza, felice di essere arrivato sulla Riviera delle Palme per riabbracciare un amico. È entrato in sala quasi di soppiatto, mentre Shindler continuava a stringere mani e a ringraziare per tutto l’affetto ricevuto. Intanto la voce dell’arrivo del musicista si era cominciata a spargere per la città e in breve tempo diversi fan hanno cominciato a circondare lo chalet Vesuvio in cerca di autografi e fotografie.

Waters si è mostrato abbastanza disponibile con tutti, ma poi ha sottolineato che la vera star della giornata non era lui, ma Harry. Toccanti anche i ricordi dell’ex corrispondente del Times in Italia, Richard Owen, e del vicedirettore di Repubblica Marco Patucchi, che ha inviato una lettera. Intanto, il libro scritto da Shindler proprio con Patucchi - «La mia guerra non è finita» - sta uscendo sul mercato inglese, con una prefazione scritta da Roger Waters.

Mario Di Vito