Mercoledì 24 Aprile 2024

Rutilio Sermonti, l'uomo che fondò il Movimento Sociale

"La politica? E’ al bivio tra essere arte di governo o espediente per i voti"

Rutilio Sermonti

Rutilio Sermonti

Ascoli Piceno, 7 dicembre 2014 - Abbiamo scovato Rutilio Sermonti, uno dei fondatori del Movimento Sociale Italiano. Pensatore e studioso ha preferito rifugiarsi nella provincia al riparo della ribalta capitolina. Incontrare Rutilio Sermonti è come attraversare un secolo di storia. Un uomo brillante che a distanza di tempo non rinnega il suo passato, anzi lo rivendica con determinazione e fierezza e lo proietta nel futuro. Lo abbiamo trovato impegnato nei suoi studi nonostante i 94 anni. Prolifico autore di numerosi libri a carattere storico, si dedica allo studio autonomo delle scienze naturali e biologiche contestando le teorie evoluzionistiche e del darwinismo. Sermonti è anche apprezzato pittore e ceramista. Rutilio Sermonti nasce 94 anni fa, nel 1942 partecipa da volontario alla seconda guerra mondiale come sottoufficiale del Regio Esercito e, dopo l’ 8 settembre del 1943, aderisce alla Repubblica Sociale italiana e sottoufficiale del Battaglione San Marco. Nel dopoguerra si laurea in giurisprudenza ed esercita la professione di avvocato e contestualmente si dedica all’attività politica. Rutilio è fratello di Giuseppe Sermonti. Dirigente del Far nel dicembre1946 è tra i fondatori del Movimento sociale italiano dal quale fuoriuscirà nel 1954 in segno di protesta in seguito all’insediamento di Arturo Michelini quale segretario del partito, poiché ritenuto dal Sermonti troppo dialogante con la Democrazia Cristiana. Prese parte nel 1956 al Centro Studi Ordine Nuovo e diviene membro del comitato direttivo. Rientrerà nel 1968 in seno al Movimento Sociale insieme a Pino Rauti e nel 1971, nominato segretario del Fronte Verde, il movimento ambientalista dell’Msi. Negli anni ‘80 è presidente dei Gruppi ricerca Ecologica. Dopo lo scioglimento del partito nel 1995, non aderisce ad AN e confluisce nel  Movimento sociale Fiamma Tricolore di Pino Rauti e per poi, due anni dopo, partecipare alla fondazione del movimento politico Fronte Nazionale. Sermonti è attualmente indicato tra i maggiori intellettuali della destra italiano. 

 

Avvocato Sermonti, lei è stato tra i padri fondatori del Movimento Sociale Italiano?

«Il Movimento è stato fondato da sette giovani: Giorgio Almirante Giacinto Trevisonno, Mario Pazzi, Giovanni Tonelli, Loffredo Gaetani Lovatelli, Giuliano Bracchi e io, in seguito l’ho abbandonato perché troppo dialogante con la Democrazia Cristiana. Il Msi nasce dopo una lunga discussione, decidemmo di fare un partito che partecipasse alla competizione politica contro la Democrazia Cristiana».

La politica, per lei continua ad avere un ruolo importante?

«La politica è fondamentale: deve solo scegliere se trattasi di scienza, arte del governo dei popoli, oppure espedienti a cui si ricorre per avere dei voti, ma per questo basterebbe avere i soldi».

Che ricordo ha di Mussolini?

«La grandezza di Mussolini era quella di saper affrontare i problemi e utilizzare ciò che aveva a disposizione. Ha usato sindacati e agricoltori e ciò che già c’era, ma ha infuso uno spirito diverso. Lo stato organico è lo stato in cui ogni forza esistente ha la sua funzione, esiste ed è rappresentata: il cervello in un corpo è utile come i piedi. Fare unità, qualcosa che unisce uomini, donne e associazioni e ne fa uno strumento per il bene della nazione. Ricordo con grande emozione quando ho giurato davanti al Duce, nello stadio dei Marmi a Roma».

Il vasto dibattito che caratterizza il pensiero contemporaneo dovrebbe spingere verso la perfezione, invece assistiamo a crisi, timori, rischi, qual è è il suo pensiero in merito?

«La lotta politica attuale è sterile, non serve a nulla, nel 1930 l’Italia era la nazione più invidiata del mondo, oggi è l’ultima ruota del carro».

Pensa che questo secolo rappresenti il tramonto delle ideologie?

«Le ideologie sono una somma di idee, di morale, non si può svolgere l’attività di governo con idee confuse io le definisco ‘mummie di idee morte’. Adesso si lotta per sopraffare gli altri, alla nazione tutto questo non serve».

Il suo messaggio è rivolto alla gioventù che pensa che il sistema debba essere cambiato?

«Ho scritto un libro: ‘L’Italia nel Ventesimo secolo’; storia dell’Italia moderna per studenti che vogliono la verità’ che riassume i concetti per cui mi sono battuto una vita. Il sistema in armonia con l’ordine naturale cosmico, ma prima di raggiungere questa consapevolezza è necessario che la rivoluzione parta da se stessi, nella ricerca del proprio io, con i pregi e i limiti che ogni uomo ha dentro di sé».

Il suo giudizio, avvocato Sermonti è implacabile.

«Non ho peli sulla lingua, Roosevelt, il presidente degli Stati Uniti trovandosi incontrando Vittorio Mussolini presente ad Hollywood per motivi professionali, lo convocò alla Casa Bianca, e gli chiese un incontro segreto nell’Oceano Atlantico con Mussolini addirittura in due torpedieri conoscere il segreto del successo italiano. Mussolini rispose ironicamente al figlio: non è una questione di mezzi di trasporto. Adesso abbiamo uno stato fantoccio, io non mi riconosco più in questo stato costretto a recitare il ruolo di Cenerentola».

Avvocato continua a studiare con lo stesso entusiasmo che lo ha contraddistinto che cosa può dire ai giovani?

«Per parlare bisogna studiare. Ho saccheggiato tutti i rami del sapere, se non hai una visione ampia diventi una vittima. Per vivere bene devi essere capace di gettare il cuore oltre l’ostacolo».

Altrimenti?

«Altrimenti campi come una lucertola o un lombrico. Noi non ci fidiamo del pensiero. Il libero pensiero non esiste: ci sono 50 modi per alterarlo senza che l’interessato se ne accorga neppure. Se gli interessi di parte sono subordinati a quelli superiori della nazione, anche gli interessi di parte vengono perseguiti in modo lecito e fecondo».