Rapina choc all'Unicredit: caccia al commando

San Benedetto, i malviventi avevano tenuto in ostaggio 21 persone: si lavora su filmati, perizie e testimonianze

Rapina alla filiale Unicredit di San Benedetto

Rapina alla filiale Unicredit di San Benedetto

San Benedetto del Tronto (Ascoli), 29 agosto 2015 - Ha destato sconcerto e preoccupazione sulla Riviera delle Palme per l’ardire e la sfrontatezza con cui la banda di delinquenti ha rapinato la filiale della banca Unicredit di Viale dello Sport di San Benedetto, sequestrando per un’ora e venti minuti, 21 persone tra dipendenti e clienti.

Più di ottanta minuti in attesa dell’apertura della cassaforte temporizzata dei Bancomat e della cassa corrente, poi i banditi se la sono filata portandosi via oltre 100 mila euro, l’auto della vice direttrice, con la quale sono fuggiti, i telefonini e le chiavi delle auto dei clienti. Un’impresa che non trova precedenti e sulla quale stanno indagando i carabinieri del comando provinciale di Ascoli e della compagnia di San Benedetto, coordinati dal sostituto procuratore della Repubblica, dottoressa Mara Flaiani.

Dopo la prima fase, di sconcerto da parte dei vertici della Banca e degli stessi clienti che mai avrebbero ipotizzato di dover affrontare una simile prova, ora il quadro investigativo sembra essere ben delineato. Questa, però, è anche la fase in cui gli investigatori cercano di dare meno vantaggio possibile alla banda di professionisti che ha svaligiato l’Unicredit, non facendo trapelare informazioni sull’andamento del lavoro in corso. E’ comprensibile. I carabinieri si limitano a dire che nella giornata di ieri hanno ascoltato tutte le persone coinvolte nella terribile esperienza del sequestro, che hanno visionato i filmati registrati dalle telecamere a circuito chiuso dentro e fuori della Banca e che stanno incrociando le immagini con l’attività investigativa e con i risultati tecnici eseguiti sul posto dagli specialisti dell’arma dei carabinieri.

Il reparto operativo ha prelevato impronte digitali e materiale per eseguire anche il DNA degli autori della clamorosa impresa criminosa che ha terrorizzato i presenti, ma ha anche suscitato preoccupazione e disorientamento nella cittadinanza. L’auto usata per la fuga, rubata al vice direttrice, non è stata ancora trovata, ma gli investigatori starebbero lavorando anche su altre auto viste aggirarsi nella zona. Molta importanza, a ogni modo, viene attribuita alle immagini, di ottima qualità, in cui due dei tre malviventi appaiono a viso scoperto e a mani nude.

Professionisti che conoscono bene le procedure per aprire la cassaforte temporizzata e quindi preparati a una lunga permanenza in Banca, dove avevano eseguito accurati sopralluoghi per vedere la disposizione dei locali. Banditi che avevano svolto accertamenti anche sulla vice direttrice dell’istituto di credito, riguardanti le sue abitudini e lo stato della sua famiglia. La donna è rimasta talmente scioccata dalla terribile esperienza, che è stata colpita da un leggero malore. I militari dell’arma, a ogni modo, dopo aver ascoltato tutti i sequestrati confermano che i banditi, armati solo di taglierino, erano persone fredde, calme, che hanno fatto minacce, ma non hanno usato atteggiamenti violenti nei confronti delle 21 persone tenute in ostaggio.