Savona-Teramo, ecco le intercettazioni: il ds Di Giuseppe incastrato dalle telefonate

Le prove della presunta combine

Luciano Campitelli e Marcello Di Giuseppe, presidente e direttore sportivo del Teramo

Luciano Campitelli e Marcello Di Giuseppe, presidente e direttore sportivo del Teramo

Ascoli Piceno, 4 luglio 2015 - Stavolta c’è poco da aggiungere: basta leggere i testi. Anzi, ancora meglio, basta ascoltare i diretti interessati mentre, inconsapevolmente, si ‘autodichiarano’ colpevoli. Le intercettazioni non lasciano alcun dubbio: il Savona è stato pagato per perdere la penultima giornata di campionato, giocata in casa contro il Teramo e decisiva per la vittoria del torneo da parte degli abruzzesi. Risultato finale: 0-2. I personaggi coinvolti sono il ds del Teramo Marcello Di Giuseppe, il ds de L’Aquila Ercole Di Nicola, il calciatore Davide Matteini, il tecnico del Barletta Ninni Corda, il ds del Savona Marco Barghigiani e il dirigente calcistico Giuliano Pesce.

Cos’è successo: secondo la procura di Catanzaro che ha curato l’indagine, il ds del Teramo Marcello Di Giuseppe si è adoperato, nei giorni precedenti la penultima gara (quella appunto a Savona) per contattare gli avversari e invogliarli caldamente a lasciar vincere gli abruzzesi. In questo modo, con l’Ascoli a 4 punti di distacco, il Teramo avrebbe festeggiato la B con un turno di anticipo evitando, nell’ultima partita, di giocarsi il tutto per tutto proprio con gli inseguitori bianconeri. Per realizzare questo piano Di Giuseppe si è rivolto al collega aquilano Ercole Di Nicola, che evidentemente sapeva come muoversi. Così è stato contattato il calciatore (ex serie A ma ora dilettante) Davide Matteini, con il compito di corrompere, con un budget massimo di 50mila euro, i difensori del Savona Marco Cabeccia e Alessandro Marchetti. I due, però, non ne vogliono sapere e il gatto e la volpe, Di Giuseppe e Di Nicola, passano al ‘piano B’.

Il personaggio da corrompere viene individuato nel ds del Savona Marco Barghigiani, raggiunto grazie alla mediazione del tecnico del Barletta Ninni Corda (ex Savona).

A questo punto entra in gioco, secondo l’accusa, il presidente del Teramo Luciano Campitelli. Che non appare mai, almeno nelle intercettazioni diffuse finora, ma sarebbe il regista di tutte le operazioni portate avanti da Di Giuseppe che, in effetti, è difficile immaginare come un ‘battitore libero’ pronto a organizzare combine all’insaputa del patron. Questo è ciò che accade il giorno della partita in Liguria. Nella prima registrazione scottante Di Nicola aiuta Barghigiani a individuare l’auto di Di Giuseppe, all’interno della quale, secondo l’accusa, c’è anche Campitelli. Questa la frase incriminata: «Vedi che loro sono su una Maserati. Tu hai un’Audi scura?». Il plurale usato da Di Nicola non passa inosservato e di certo gli inquirenti ne chiederanno conto sia a lui che a Di Giuseppe: a chi si riferiva, oltre che al ds del Teramo? Ma i sospetti su Campitelli, il cui coinvolgimento nella vicenda significherebbe retrocessione per il Teramo e, molto probabilmente, serie B per l’Ascoli, non si fermano qui.

C’è un’altra ombra che aleggia, densa e pesante, sul patron biancorosso. Dieci giorni dopo la partita incriminata Di Nicola parla al telefono con Barghigiani e gli dice di essere «Fuori dalla porta del presidente, lui è dentro con un giornalista». La sua presenza in zona è confermata dalla cella agganciata dal suo telefonino. La difesa del Teramo, affidata all’avvocato Eduardo Chiacchio, cercherà di dimostrare che Di Giuseppe si è mosso in totale autonomia e che Di Nicola si trovava nell’ufficio di Campitelli per una visita di cortesia ma convincere la giustizia sportiva, meno garantista di quella ordinaria, non sarà semplice.

Questa la parte di intercettazioni (tratte dalla Gazzetta dello Sport) in cui Matteini annuncia a Di Nicola che i calciatori Cabeccia e Marchetti hanno rifiutato la combine offerta dal Teramo:

Matteini: «Sì... niente... ho parlato solamente con l’isolano (Cabeccia, ndr) perché l’altro non si è nemmeno presentato».

Di Nicola: «L’altro chi?»

M: «Il mio compaesano (Marchetti, ndr)».

DN: «Sì».

M: «Eh diciamo l’isolano aveva già un po’ capito la situazione... però hanno rifiutato. Sono arrivato fino a 50, ma loro hanno detto di no. Davide non faccio niente... lui mi ha detto così... E quell’altro aveva già capito... quando gli ho detto ti devo parlare di persona e non si è nemmeno presentato. Ho provato a chiamarlo ma non mi ha risposto... non vorrei...»

DN: «No, hai fatto bene».

M: «Non mi fido perché poi magari, dire... Io non voglio che vadano in mezzo anche altre persone».

Successivamente Di Nicola informa Di Giuseppe dell’esito negativo della proposta: «Matteini, semaforo rosso, totale!». L’affare, come detto, va poi in porto grazie alla collaborazione del ds savonese Barghigiani. Secondo gli investigatori «la conferma che comunque Di Nicola aveva riscosso il compenso della combine e che la parte destinata alla squadra che aveva perso, il Savona, l’avesse consegnata al ds Marco Barghigiani, emergeva in modo chiaro nella conversazione con Giuliano Pesce», dirigente ex Ternana e Parma, ritenuto uno dei mediatori.

Di Nicola: «Li ho dati a Marco».

Pesce: «Ah... Sta qua... Do sta!»

DN: «Sì sì».

P: «E quando mi chiama».

DN: «Beh, ma tu... Di Giuseppe deve darti qualcosa a te!»

P: «Eh... Non lo so... Di Giuseppe mi ha detto... ci pensava lui».

DN: «Eh perché io gli avevo detto a Marco ‘cinque a te no’».

P: «Eh».

DN: «Poi mi ha detto ‘ma no guarda una parte deve darla Di Giuseppe’. Gli ho detto ‘Io mi sono messo d’accordo così’».

P: «No».

DN: «Se glieli dai tu o glieli dà metà tu o Di Giuseppe e... Queste sono cose vostre... Io mi sono messo d’accordo così e questo deve andare a voi... Ok».

P: «No no eh. Come... quindi!»

DN: «Glieli ho dati e passava da te».

P: «Ma passa? Perché non mi ha chiamato per niente».

DN: «Passava domani mattina mi sa. Vedi un po’, chiamalo no».

P: «Eh, ho capito, però...»

DN: «Io glieli ho dati, a posto».

P: «Va bene».

DN: «Ho fatto uno... ok».

P: «Quindi non è che fa... che devo fare le chiacchiere con lui. eh.

DN: «No, tu non devi fare le chiacchiere, io ho parlato chiaro, non ti preoccupà».

DN: «Io parlo una volta».

P: «Eh no, appunto».

Per la spartizione dei soldi non sono mancati momenti di tensione, tanto è vero che Di Nicola a un certo punto sbotterà con il mediatore Ninni Corda: «Mi ha rotto il c... guarda, maledetto il giorno che ci venne in mente! Poi tanto faceva lo stesso».