Venerdì 26 Aprile 2024

Quella bellezza che non cura più. Ascoli, l'ex sanatorio assediato dai tossici

All'interno resiste la guardia medica. Parco secolare nell'incuria Invia le tue segnalazioni a [email protected]

L'ex sanatorio

L'ex sanatorio

Ascoli, 21 ottobre 2014 -  UNA «BELLEZZA che cura»? Sì, ma quasi un secolo fa. Adesso le parole che qualcuno ha utilizzato per descrivere l'ex sanatorio di Ascoli, attualmente di proprietà dell'Azienda sanitaria locale, sono diverse: degrado, fatiscenza, abbandono e anche tanto spreco di denaro pubblico. Infatti, al momento, l'unica idea proposta per questo bel pezzo di storia cittadina e italiana arriva dall'assessore regionale Antonio Canzian e dalla direzione sanitaria: venderlo al migliore offerente e reperire fondi per un nuovo ospedale che però tutti sanno che non si farà mai. Intanto, all'interno del Luciani' si trova un po' di tutto, dalla guardia medica a una Rsa per anziani, a un centro diurno per disabili psichici. Dunque, apparentemente, un presidio ancora utile. Ma solo apparentemente perché le condizioni in cui sono costretti a vivere i degenti, a voler essere buoni, non sono l'ideale e arrivare a farsi visitare alla guardia medica è quasi un'impresa, tanto è nascosta e malconcia la strada in salita che vi conduce. Eppure questo ex sanatorio rappresenta un patrimonio inestimabile in termini urbanistici, storici e ambientali.

LA STORIA della struttura è simile a quella di tante altre che gli anni e una gestione spesso sciagurata hanno condannato all'oblio e alla noncuranza. Realizzato in piena epoca fascista nel 1934, il magnifico presidio ospedaliero è stato utilizzato fino a tutti gli anni Ottanta. Un gioiello sanitario costruito su una collina che sovrasta il centro abitato, circondato da un parco di straordinarie dimensioni nascosto alla città. Il sanatorio, tuttavia, affacciava anche su quella bruttura inquinante che era l'ex Elettrocarbonium. Oggi ci appare una contraddizione, ma all'epoca si riteneva, addirittura, che il catrame aiutasse a guarire dalla tbc. Posizionato su 10 ettari di terreno, è raggiungibile a piedi salendo delle scalinate di travertino protette dalle altissime chiome dei tigli, dove si diffonde il profumo dei frutti e dei fiori di cedri del Libano, corbezzoli e nocelle. Il sanatorio è di proporzioni imponenti e al suo interno sono ancora visibili gli immensi corridoi con vetrate che servivano a dar luce, ossigeno e panorama mozzafiato agli ammalati. Oggi, purtroppo, la situazione è ben diversa.

SE, INFATTI, gli interni mostrano con crudezza l'abbandono e il passare del tempo, anche all'esterno non si scherza. Passeggiando per i viali del parco, ci si rende conto che la zona è rifugio di drogati e quant'altro. Il degrado è visibile già dall'entrata, dove un cancello scrostato e sempre aperto avrebbe dovuto essere controllato da una guardiola in cui al momento abita abusivamente una numerosa famiglia di extracomunitari. Sul destino di questa struttura, che vale decine di milioni di euro, ora c'è anche un'interrogazione del consigliere regionale Giulio Natali che chiede: «Perché non si decide di trasformarlo in una Casa della Salute? E, soprattutto, perché svendere quello che ha rappresentato e può ancora rappresentare la sanità buona del Piceno?». Già, perché?