'Spese Pazze' in Regione, chiuse le indagini: a rischio 7 politici piceni

Sono Camela, Donati, Trenta, Natali, D’Isidoro, Castelli e Perazzoli

La regione Marche

La regione Marche

Ascoli, 28 novembre 2015 - Indagini chiuse e richiesta di rinvio a giudizio per tutti i sessantasei coinvolti nell’inchiesta delle cosiddette ‘spese pazze’ dei gruppi consiliari della Regione Marche. Le accuse, per politici e funzionari, sono quelle di peculato o concorso in peculato per spese ritenute non congrue con l’attività istituzionale.

I ‘piceni’ coinvolti sono parecchi: l’Udc Valeriano Camela, l’ex Idv Sandro Donati, Umberto Trenta di Forza Italia, Antonio D’Isidoro, Giulio Natali di Fratelli d’Italia, Paolo Perazzoli del Pd e Guido Castelli di Forza Italia, attuale sindaco di Ascoli, tutti coinvolti a vario titolo per le spese fatte tra il 2008 e il 2012. In totale l’inchiesta riguarda una somma pari a 1.2 milioni di euro. Nello specifico: ad Antonio D’Isidoro vengono contestate le spese di 2.400 euro per il 2009 e 87 euro per il 2010. A Sandro Donati 2.106,50 euro per il 2008 (tra cui, per esempio, 123 euro per l’acquisto del «Manuale dell’Ispettore di Polizia» e 800 euro per dei menù di piccola degustazione), 3.111,11 euro per 2009 (compresa una cena da 1.020 euro in un ristorante nel pesarese e 750 euro per tre cene in pizzeria) e 3.240 euro per il 2010. Questi due sono gli unici due ascolani che hanno ricoperto la funzioni di presidenti di gruppo durante i propri mandati.

Per quello che riguarda invece i consiglieri, i cui reati vengono contestati in concorso con gli stessi presidenti, la situazione è più complessa. Nelle carte dell’inchiesta D’Isidoro altre otto volte per vari episodi con spese che vanno dalle poche centinaia al migliaio di euro. Così come Sandro Donati: altre tredici citazioni, tra il gruppo della Margherita e quello dell’Idv. Valeriano Camela dell’Udc viene chiamato in causa tre volte. Giulio Natali comprare invece quattro volte. Umberto Trenta tre. Una volta sola viene nominato invece Guido Castelli, per una spesa da 600 euro per «fondi spese» con Fabio Pistarelli. Tre citazioni per Paolo Perazzoli, con Mirco Ricci. Tutte circostanze emerse nello scorso febbraio, quando l’inchiesta deflagrò sul dibattito politico.

Sulla solidità delle accuse, la questione è ancora tutta da scoprire: il 18 gennaio andrà in scena l’udienza preliminare e lì si scoprirà chi verrà rinviato a giudizio. Nei mesi passati, ovviamente, tutti gli indagati hanno avuto modo di commentare le indagini e cercare di discolparsi, tra le audizioni in procura e delle più o meno infuocate conferenze stampa. L’effetto dell’inchiesta sulle ultime elezioni regionali è stato sostanzialmente nullo, ma lì si trattava ‘soltanto’ di indagati, adesso sulle elezioni amministrative che incombono potrebbe riversarsi una colata di rinvii a giudizio.

m.d.v.