Ascoli Piceno, 20 agosto 2011 - NESSUNO SCONTO. Il presentimento della vigilia alla fine si è rivelato giusto. La Corte di Giustizia Federale ha confermato la penalizzazione di 6 punti e le 50.000 euro di multa per la società di corso Vittorio Emanuele. Confermata la squalifica di 5 anni “con preclusione alla permanenza in qualsiasi rango o categoria della Figc”, inflitta a Beppe Signori. Stessa sorte per Antonio Bellavista, Marco Paoloni, Carlo Gervasoni, Daniele Quadrini e Nicola Santoni. Per l’Atalanta sorride solo Mafredini che viene prosciolto dalle accuse e si vede accolto il ricorso contro i tre anni di stop inflitti in primo grado. Restano invece i sei punti di penalita’ per il club di Bergamo e i tre anni e mezzo di squalifica per il capitano Doni. La Corte di Giustizia si è di fatto quasi allineata alle decisioni già espresse dai giudici di primo grado, confermando anche i 5 anni con radiazione per Signori, sanzione comminata anche per Paoloni, l’ex portiere di cremonese e Benevento al centro dell’inchiesta penale partita da Cremona, e per Antonio Bellavista.

 


Nessuno sconto nemmeno alla Cremonese che vede confermati i sei punti di penalità in classifica da scontare nel prossimo campionato, così come detto per l’Ascoli che partirà con lo stesso handicap (-6) in serie B, a cui si deve già aggiungere un punto per il mancato pagamento dei contributi ereditato dallo scorso campionato.
La Corte di Giustizia federale ha sostanzialmente confermato tutte le sentenze della disciplinare, tranne che per il giocatore dell’Atalanta Thomas Manfredini e il presidente del Ravenna Gianni Fabbri prosciogliendoli «dagli addebiti contestati» che prevedevano la squalifica di 3 anni per il primo e l’inibizione di 5 anni per il secondo. Parzialmente accolti altri ricorsi come quelli nei confronti del Benevento (6 punti di penalizzazione invece di 9) e dello Spezia a cui è stato tolto il punto di penalità comminatogli dalla Disciplinare. Respinti tutti gli altri ricorsi.
 

 

"Dispiace perchè davvero rimane incomprensibile come si sia piotuto valutare il tutto in così breve tempo — ha dichiarato l’avvocato dell’Ascoli Enzo Proietti — Come ho detto in questi giorni però non ho nulla da rimproverarmi. Ho fatto di tutto per riuscire a far comprendere ai giudici che l’Ascoli Calcio era stata danneggiata da tutta questa vicenda. I sei punti di penalizzazione non sono dovuti e sono in contrasto, peraltro, con quanto espresso dalla Commissione Disciplinare stessa nella sua decisione in merito alla non totale applicabilità della responsabilità oggettiva nei casi in cui, come nella fattispecie, la società ha ricevuto anche un danno dalla condotta dei suoi tesserati. Purtroppo tutto questo lavoro è stato inutile — ha concluso l’avvocato Proietti — anche se non molliamo e ricorreremo anche al Coni per cercare di far annullare questa sentenza che tutti noi riteniamo ingiusta". L’Alta Corte del Comitato Olimpico infatti è il terzo e ultimo grado per la giustizia sportiva.