Ascoli Piceno, 10 maggio 2012 - Il provvedimento era nell’aria e ieri è arrivata l’amara conferma: c’è anche l’Ascoli tra le società di B deferite dal procuratore federale Stefano Palazzi nell’ambito del secondo filone di indagine del calcioscommesse.

Oltre alla società sono stati deferiti anche l’ex difensore bianconero Vittorio Micolucci (ancora), il centrocampista Alex Pederzoli e l’ex Piacenza Alessandro Sbaffo, coinvolto solo per questioni legate al periodo della militanza nel club emiliano (per le quali, eventualmente, l’Ascoli non rischia nulla). Va precisato che ‘deferimento’ non vuol dire colpevolezza né tantomeno penalizzazione automatica, anche se effettivamente i rischi che l’Ascoli veda la Figc intervenire ancora sulla propria classifica al momento ci sono.
 

Gli incontri nel mirino degli inquirenti sono Novara-Ascoli del 2 aprile scorso, terminata 1 a 0 per i piemontesi e Ascoli Sassuolo del 9 aprile scorso, terminata 0-0. Oltre a queste due partite, per cui ci sarebbero stati dei tentativi di illecito, la società bianconera risponderebbe sempre per ‘responsabilità oggettiva’ (cioè ‘di riflesso’ e senza un coinvolgimento diretto) anche delle scommesse effettuate nel 2011 da Pederzoli su alcune gare di Lega Pro ritenute dal giocatore dall’esito 'sicuro'.

Per quanto riguarda Novara Ascoli, partita per cui la società di corso Vittorio ha già pagato nel processo della scorsa estate, alle vicende già note Gervasoni avrebbe aggiunto un presunto pagamento di 40mila euro a Vittorio Micolucci "per l’alterazione del risultato e la realizzazione di un Over con sconfitta della propria squadra". In realtà sarebbe lo stesso Micolucci a dire di aver restituito tale somma per non aver alterato alcun risultato.


Prima di Ascoli-Sassuolo, invece, Pederzoli avrebbe incontrato Micolucci e gli ‘zingari’ in diversi momenti, senza però poi alterare la propria prestazione o quella della propria squadra e anzi specificando di aver accettato tali incontri solo per ‘smascherare’ un eventuale coinvolgimento di Micolucci in faccende losche.
 

di Gigi Mancini

 

Quali sono i rischi per il club di corso Vittorio e qual’è l’iter della giustizia sportiva? La questione è molto spinosa: partendo da Novara-Ascoli secondo il principio del ‘ne bis in idem’, per cui un giudice non può esprimersi due volte sulla stessa azione, l’Ascoli nella scorsa estate è già stato processato per questa partita e non può subire un altro procedimento.

Sembra però che la Procura, nella persona di Palazzi, nelle 300 pagine di motivazioni (ancora top secret) abbia già ‘messo le mani avanti’, specificando che in questo caso il principio del ne bis in idem non vale, essendo stati aggiunti dei particolari troppo rilevanti per non essere presi in considerazione in un ulteriore procedimento.

Ad ogni modo il ‘particolare rilevante’ sarebbero i 40mila euro ricevuti da Micolucci, che tuttavia il giocatore dice di aver restituito in toto perché la gara non era stata alterata. Per la gara in Piemonte, dunque, la battaglia legale sarà certamente molto aspra. Anche gli incontri sospetti di Pederzoli prima di Ascoli-Sassuolo non portarono ad alcuna alterazione del risultato della gara (finita 0-0), con il centrocampista che, nel corso dell’audizione in Procura che lo ha visto protagonista, si sarebbe giustificato dicendo che aveva accettato di discutere della cosa con il compagno e gli zingari solo per capire l’effettivo coinvolgimento di Micolucci nei loschi giri delle scommesse.

L’obiettivo della società, difesa dall’avvocato Enzo Proietti, in questo caso sarà quello di dimostrare la sola responsabilità oggettiva per ‘omessa denuncia’ del giocatore, per cui la pena dovrebbe essere un’ammenda. Fare previsioni, visti i precedenti, è comunque molto difficile. Di certo c’è che la battaglia si annuncia piena di insidie e incognite: dopo le udienze previste tra pochi giorni si esprimerà (probabilmente entro maggio) la Commissione Disciplinare.

Poi, a metà giugno circa (con playoff e playout già disputati), sarà il turno della Corte Federale. Ma rendere immediatamente esecutive le sentenze di questi due tribunali e modificare la classifica del torneo in corso potrebbe provocare un pandemonio senza precedenti: il terzo ed ultimo grado, cioè il Tnas (il tribunale del Coni) non si esprimerà prima di fine estate, con il rischio che squadre condannate alla retrocessione si ritrovino invece ad essere riammesse in cadetteria.