Ascoli Piceno, 3 febbraio 2014 - DA IERI Francesco Bellini non è più un titolo di giornale, né un sogno o ancor meno una lontana ipotesi. Francesco Bellini esiste e noi lo abbiamo visto con i nostri occhi all’aeroporto di Falconara (guarda le foto). In carne, ossa e soprattutto spirito: prudente e determinato allo stesso tempo. «Eccomi qui per quattro lunghi giorni di intenso lavoro. Non sarà facile ma una cosa è certa: sono concentrato solo sull’Ascoli» esclama sorridendo dopo essere atterrato allo scalo dorico del Raffaello Sanzio con il suo jet privato, rigorosamente decorato con il Picchio su entrambe le ali. Quando compare davanti alle porte scorrevoli degli Arrivi sono circa le 15,30. È decollato qualche ora prima da un paese europeo in cui ha fatto scalo dopo il viaggio da Montreal. Doppiopetto nero, pantaloni verde acqua, scarpe in pelle marrone e un accessorio rosso. È la sciarpa, non i calzini, ma porterà bene ugualmente. Con lui hanno viaggiato, oltre al pilota, la moglie Marisa Nardini, originaria della frazione acquasantana di Rocca Monte Calvo, e i cagnolini Lady e Laika. Il secondo è pezzato bianco e nero. Il suo padrone, con orgoglio, tiene a farlo notare: «È proprio di un bel colore, non trovate?».

AD ATTENDERE tutti, lo stretto collaboratore Riccardo Capanna, da anni uomo di fiducia di Bellini e punto di riferimento del Cavaliere in Italia. Al grande giorno, giovedì, manca ormai poco e Bellini, proprio come i tifosi, attende l’apertura delle buste con trepidazione: «Sarà un momento importante. Non so se sarò presente in tribunale sin dal mattino, per il momento sono molto concentrato sul da farsi dei prossimi giorni. Procediamo per step». All’improvviso i ruoli dell’intervista si scambiano. A rivolgere una domanda è Francesco Bellini, che con un’espressione molto incuriosita e probabilmente non del tutto consapevole della risonanza avuta in città dalla sua ‘discesa in campo’, ci chiede: «Ma quanti tifosi ci saranno giovedì?». A questo punto a sorridere siamo noi: «Tanti dottore, tantissimi. Probabilmente molti più di quelli che immagina». Negli ultimi giorni, infatti, sono sempre di più i supporter che si sono dati appuntamento già al mattino in piazza Orlini. Qualcuno (non pochi stando a ciò che si sente nei punti di ritrovo in città e non solo), è ricorso persino alle ferie. Saranno centinaia e nel pomeriggio, soprattutto se le cose andranno in un certo modo, anche migliaia.

NONOSTANTE l’apparente ‘mancanza di concorrenza’ Francesco Bellini, giustamente, non si fida: «Fino a quando non c’è il definitivo nero su bianco queste cose non possono essere definite ‘fatte’. Quindi facciamo una cosa per volta, come hanno fatto i ‘miei ragazzi’ finora, che mi hanno informato e lavorano sul progetto con serietà da tempo». «Domani (oggi ndr) sarò lieto di incontrare gli altri componenti della cordata — continua l’imprenditore italocanadese — . Alcuni li conosco meglio, altri meno. Ma di tutti loro ho sentito parlare come di imprenditori molto seri, dunque non posso che essere fiducioso». E se nel 2011 chiuse la trattativa per acquisire il club dicendo «l’acqua passata non macina più», gli facciamo notare che stavolta qualche speranza che torni a macinare c’è: «È vero — conferma —, c’è. Ma sarebbe stato meglio in B. La Prima Divisione è difficilissima e costa molto. C’è da lavorare». Non avevamo dubbi, in bocca al lupo.

Gigi Mancini