Ascoli-Benevento 1-1, un autogol salva il Picchio

Brutta prova della squadra di Aglietti che gioca però un finale di cuore, ottiene il pari, ed esce tra gli applausi del pubblico

Ascoli-Benevento, Orsolini in azione (foto LaPresse)

Ascoli-Benevento, Orsolini in azione (foto LaPresse)

Ascoli, 6 maggio 2017 - Un punto. Mai come questa volta, però, capire se si tratta di una mezza sconfitta o di un passo in avanti è dura. Perché a centoottanta minuti dalla fine del campionato l'Ascoli sembra avere ancora problemi a capire quando premere il piede sull'acceleratore e quando vincere perché serve vincere. Onore al Benevento che al Del Duca gioca un tempo di grande calcio, tatticamente e tecnicamente parlando, capitolando solo nel finale col più classico degli autogol.

Serie B, risultati e classifica

La buona notizia per Aglietti è che ha entrambi i centrali difensivi titolari a disposizione. Unica variante rispetto alle attese Mogos a destra al posto di Almici. Baroni parte abbottonato ma non fa in tempo a far prendere le misure ai suoi che deve ridisegnare tutto. Lopez allaccia Orsolini a due passi dall'ingresso in area, prende la palla ma travolge l'avversario. Per Piccinini è punizione e rosso diretto. Severo, forse troppo. Per disegnare il Benevento serve la stessa pazienza che impiegano gli stregoni per capire che la partita si può comunque giocare. Chibsah fa il frangiflutti, Viola, Falco, Eramo e Ceravolo provano ad inserirsi negli spazi e sugli sviluppi di un corner è proprio il centravanti giallorosso a violare la porta di Lanni dopo quattro partite. Zero a uno.

E pensare che l'occasione più ghiotta era stata per Cassata al 17', ma il talento scuola Juve ha tutte, tutte, tutte le doti del grande centrocampista, tranne quella della finalizzazione. Almeno finora. Paradossalmente partire con l'handicap dell'uomo in meno rinvigorisce i sanniti che se la giocano e lo fanno anche bene, sfruttando il gioco aereo. Ci aveva provato due volte Lucioni, ci è riuscito Ceravolo al sigillo numero 18 del campionato. Giorgi e Addae fanno fatica a trovare compagni liberi e far correre la palla con velocità, soprattutto perché sembra che il movimento senza palla dei suoi sia poco e male architettato. Rimangono, almeno nel primo terzo di gara, briciole sui calci piazzati, peccato che in quest'Ascoli non ci sia nessuno capace di travestirsi in specialista doc. Così tra una serie infinita di passaggi fuori misura, col solo Orsolini che prova a farsi largo con idee e giocate tra i beneventani, Lanni deve rimettersi la mantellina di Superman per deviare il velenosissimo collo da fuori di Falco. Al riposo si va con le mani tra i capelli: sono quelle di Mengoni, abile a svettare su tutti su corner di Cassata e a trovare l'ennesimo palo della stagione bianconera. Troppo poco per una squadra che, radiolina all'orecchio o livescore alla mano, potrebbe davvero dare una spallata definitiva al faldone con etichetta “Salvezza”, considerati i parziali degli altri campi.

La ripresa parte con un palleggio e collo destro di Giorgi che Cragno controlla con attenzione e la Curva Sud che non fa mancare il proprio sostegno continuo. L'unico tentativo di scombinare i piani difensivi di Baroni, il cambio di fascia Orsolini-Cassata di metà primo tempo, produce poco dalle parti del 29, mentre “Riccardino” continua a dannarsi l'anima e mettere tutto sul prato. Al 65' Ceravolo cade in area, ma per lui arriva la “amarilla” dell'arbitro invece del rigore. Lo sapete cosa manca davvero tanto all'Ascoli? Favilli. La concretezza e freschezza di Favilli, che si butta su tutti i palloni ma ne azzecca quasi nessuno. E Cacia, che troppo spesso deve fare l'ultimo passaggio invece di riceverlo. Brutti presupposti se vuoi costruire la rimonta. Mignanelli lo trova sul secondo palo, Cacia, ma la sforbiciata volante a venti dal termine finisce di poco alta. C'è tensione. Troppa. Aglietti butta dentro Perez e sul Del Duca esce anche il sole. Carpani ha la palla d'oro per il pari, ma Cragno gli risponde da campionissimo deviando in corner. All'87 Cibsah viene espulso perché partecipa ad un capannello prima di essere sostituito da Padella, ne conseguono scambi di vedute vari che fermano il gioco per quattro, dicasi quattro, minuti. Quelli che anticipano la segnalazione del recupero. Al primo di questi Mignanelli la piazza da sinistra, Eramo la svirgola, Perez partecipa e per ridare vita all'Ascoli arriva il più classico degli autogol. Uno a uno. Un minuto e Carpani ha ancora un'occasionissima. Alta.

Ascoli, ha ragione capitan Giorgi!

Finisce così, nell'indecisione di capire se il fatto che quasi tutti i bianconeri sono distesi in terra sia un messaggio di delusione o di dimostrazione di non averne davvero più. Difficile capire se il punto acciuffato per i capelli sia un punto d'oro. Di sicuro per salvarsi quest'Ascoli deve metterci qualcosina in più. E chi lo ha capito sono in primis i tifosi, che hanno applaudito la squadra per l'impegno all'uscita dal campo.

 

Il tabellino

ASCOLI (4-4-2): Lanni; Mogos, Augustyn, Mengoni, Mignanelli; Orsolini, Addae, Giorgi (75' Carpani), Cassata (61' Bentivegna); Cacia, Favilli (70' Perez). A disp. Ragni, Cinaglia, Almici, Bianchi, Slivka, Gatto. All. Aglietti BENEVENTO (4-5-1): Cragno; Gyamfi, Camporese, Lucioni, Lopez; Falco (75' Del Pinto), Venuti (61' Pezzi); Chibsah, Viola; Eramo; Ceravolo. A disp: Gori, Pajac, Padella, De Falco, Puscas, Brignola, Matera. All. Baroni ARBITRO: Piccinini di Forlì (Bresmes, Tardino; Chindemi) RETI: 25' Ceravolo (B), 91' Eramo (B) aut. NOTE: recupero 3'+ 5'. Espulso Lopez (B) al 4' per fallo su chiara occasione da gol, Cibsah (B) all'87' per doppia ammonizione. Ammoniti Favilli (A), Camporese, Ceravolo (B) per comportamento non regolamentare, Lucioni (B) per proteste. Mignanelli, Augustyn (A) per gioco falloso.