L’Ascoli soffre ma strappa il pari a Cesena / FOTO

Due rigori per il Picchio, quello di Perez allo scadere vale il punto. Finisce 2-2

Gatto esulta dopo il momentaneo 1-1

Gatto esulta dopo il momentaneo 1-1

Cesena, 28 gennaio 2017 - Due rigori, un punto. Ma le emozioni del Manuzzi non valgono solo quello. Valgono autostima. Valgono capacità di reazione. Valgono la riscoperta di una «garra» che è propria della gente ascolana e che da un bel po’ di tempo i tifosi bianconeri volevano riconoscere nella loro squadra. Ecco perché il punto ottenuto al Manuzzi dall’Ascoli di Aglietti ha un valore fondamentale.

Per la classifica, ma non solo. Per la credibilità che il progetto del tecnico toscano continua ad accrescere di partita in partita. E il fatto che siano Gatto e Perez ad imprimere il loro nome sul tabellino non è un caso. Scelte quasi obbligate per Aglietti: Cassata recupera, Cacia e Bianchi no. La linea arretrata è ormai consolidata, Addae vince il ballottaggio con Carpani in mediana, davanti Favilli sostituisce il superbomber di Catanzaro ancora ai box.

Camplone non ha Agazzi, Dalmonte, Ligi e Capelli e rispolvera il modulo che ha pareggiato a Perugia nel posticipo. Azione da basket dei romagnoli al minuto 8’: palla a filo d’erba sintetica che va da destra a sinistra con due triangoli. Cocco-Ciano-Garritano... Mengoni, ancora Mengoni, anticipa tutti e salva la baracca. Il colpo di testa di Perticone sul corner seguente è lento e finisce a lato.

Errore da matita blu al 16’, da una parte e dall’altra: Cocco viene servito nello spazio da Ciano dopo il tentativo di Seppuku (per chi si intende di cultura giapponese, più dell’harakiri, è il suicidio del Samurai) di Orsolini su palla in uscita, si calcia da solo la palla sul piede e perde la più ghiotta delle palle gol a tu per tu con Lanni. Riccardino intanto al ventesimo già segna nel curriculum due belle randellate che costano il giallo a Schiavone. Il gol del vantaggio del Cesena è pregevolissimo: Augustyn calcia e non calcia, la palla rimane in area, si impenna ed esce dal rettangolo arrivando precisa, ma così precisa, dalle parti di Renzetti. Lanni un po’ è coperto da Ciano e Garritano, un po’ parte senza grande reattività, così il pallone ben incrociato dal laterale di casa finisce in fondo al sacco. Bello, ma c’è concorso di colpa della fase difensiva picena. Certi palloni non devono e non possono vagare in area ed uscirne così, lenti, senza meta né padrone.

Ha del clamoroso quello che accade al 36’: Kone trova il tappeto rosso inserendosi tra Almici ed Augustyn, Lanni temporeggia, la palla arriva a Ciano che ha davanti a sé solo la porta e due «gialli piceni» a fare da scudo. Il gol è cosa fatta, pensano tutti. E invece no. L’ex Crotone che più volte ha detto «no» al Picchio in passato scivola: è il più classico dei «gol mangiati». Si capovolge il fronte: Gatto centra in area, Orsolini cerca di fare l’ariete e la prende. La prende benissimo. Agliardi deve smanacciare a un passo dalla gloria per il neojuventino di Rotella. Il tutto dopo che Aglietti, preoccupato dall’handicap del giallo a Cassata e dal baricentro da alzare, cambia centrocampo ed attacco. Giorgi si abbassa, Cassata va dietro a Favilli, Gatto emigra sulla sinistra.

Così il primo tempo si chiude con un affondo di Kone e ai punti il Cesena merita il minimo vantaggio. A inizio ripresa si cambia nuovamente: Orsolini e Gatto si mettono al fianco di Favilli, Giorgi e Cassata fanno le mezzali vicino ad Addae e proprio sul capitano c’è un tocco di Rigione in area. Tutto regolare. La punizione di Orsolini al 50’ lambisce la parte superiore della traversa, ma forse la soluzione scelta non è la più funzionale quando la mattonella è così vicina alla porta avversaria. Il rigore su Favilli, provocato da Cascione, uno che ha campionati e campionati alle spalle, è netto. Gatto sceglie la soluzione all’opzione «facile facile». Maccio Capatonda direbbe «come sempre, dritto per dritto«. E’ gol. E’ pari. E arriva anche l’esordio di Slivka col match che si addormenta un po’ fino a che Ciano non calcia da posizione laterale chiamando Lanni alla smanacciata. Il fatto che un generoso come Gatto alzi bandiera bianca al 70’ (bentornato Lazzari!) dà il senso della generosità con cui il calabrese abbia affrontato la ripresa del campionato.

Il peccato è che un minuto dopo l’uscita del «ventotto» Rigione decide il mischione con una mezza rovesciata dovuta all’ennesima palla senza padrone nell’area di Lanni. Oddio, il difensore cesenate sembra vicino alla zona offside, ma tant’è che nel miglior momento della squadra di Aglietti, il Picchio torna sotto. La girandola dei cambi sembra togliere il pathos al finale di gara: nulla di più falso. Ciano scheggia la traversa, la testata di Giorgi prima del recupero è debole, eppure l’aria è frizzante. I cesenati cantano «Romagna mia«, come fanno spesso quando la squadra sta per vincere la partita. Ma Felicioli è l’ultimo ad arrendersi, sterza e viene steso. Ancora rigore. Minuto 49. Secondi 30. I romagnoli protestano, Foschi è teatrale quando viene espulso. Perez va sul dischetto. Collo deciso. Gol. Boato. «Canterò per te, canterò per te, Forza Picchio alè», il coro dei mille ascolani. In fondo, crediamo, sia giusto così.

CESENA (3-5-2): Agliardi; Perticone, Cascione (63’ Vitale), Rigione; Balzano, Garritano (80’ Panico), Schiavone, Kone, Renzetti; Cocco, Ciano. A disp: Bardini, Laribi, Cinelli. Rodriguez, Setola, Pompei, Di Roberto. All. Camplone

ASCOLI (4-2-3-1): Lanni; Almici, Augustyn, Mengoni, Felicioli; Addae (77’ Perez), Cassata (56’ Slivka); Orsolini; Gatto (70’ Lazzari), Giorgi; Favilli. A disp: Ragni, Gigliotti, Mignanelli, Mogos, Carpani, Manari. All. Aglietti ARBITRO: Abisso di Palermo (Belluti, Grossi; Candeo) RETI: 27’ Renzetti (C), 55’ Gatto (A) su rig., 75’ Rigione (C), 94’ Perez (A) su rig. NOTE: ammoniti Garritano, Schiavone, Kone (C), Cassata, Perez (A) per gioco falloso. Recupero 0+5’.