Faraotti: "Fidatevi di questo Ascoli"

"A chi critica dico ‘Non fissate il dito, guardate la luna’. Faremo grandi cose, la strada è giusta"

Il presidente Francesco Bellini e l’azionista Battista Faraotti

Il presidente Francesco Bellini e l’azionista Battista Faraotti

Ascoli, 21 maggio 2017 – Quando la tifoseria ha le sue ragioni, la società ribadisce la sua linea e tutto sembra un mare in burrasca pronto a travolgere qualsiasi cosa, c’è bisogno di qualcuno che riporti un po’ di bonaccia. Anche perché, non può passare in secondo piano, l’Ascoli ha davanti a sé il ventunesimo torneo di serie B della sua storia, tutto sommato un traguardo niente male. L’uomo della bonaccia è, ancora una volta, Battista Faraotti, in un mix di pragmatismo, oggettività e fiducia. Il tutto condito da un pizzico di ironia: «Ma perché volete sapere che cosa penso io – si difende al telefono tra il serio e il faceto –, è stato già detto tutto dall’amministratore Andrea Cardinaletti e io sono d’accordo con lui. Vi posso dare il mio punto di vista ma la sostanza è quella: non fissate il dito, guardate la luna».

E’ un invito ai tifosi del Picchio?

«Certo. Intendo dire loro: guardate a cosa ha fatto questa società e a dove sta andando, non vi soffermate sugli aspetti negativi, come può essere stata, anzi di sicuro lo è stata, la partita con la Ternana. Stiamo costruendo qualcosa di grande, di solido e di duraturo».

Va bene, stacchiamo lo sguardo dal dito, ma in cosa consiste la ‘luna’ a cui punta l’Ascoli Picchio?

«Quando io ho deciso di creare la mia azienda, partendo da zero, non mi sono dato un traguardo finale. Ho solo detto ‘lavoro duro, guardo a chi fa bene questo mestiere e cerco di migliorarmi giorno dopo giorno’, stop. Mai avrei pensato di raggiungere i livelli che ho raggiunto o di dare lavoro a così tanta gente. E, ancora, cerco di fare di più. L’Ascoli ha esattamente lo stesso approccio, fissato dal presidente Bellini, condiviso da noi soci e affidato all’amministratore e ai suoi collaboratori. Io, Giuliano (Tosti ndr) e Gianluca (Ciccoianni ndr) siamo da un lato l’avamposto della proprietà sul territorio e dall’altro una garanzia di controllo quotidiano del lavoro della società per il presidente».

La parola ‘progetto’ appare, a volte, fumosa. Perché?

«Perché i tifosi è normale che guardino prima di tutto al campo. Anche io vorrei che l’Ascoli si facesse valere in serie A o che lottasse per raggiungerla, ma per il momento non è stato possibile. Forse per qualche errore commesso, non so, ma di certo per un altro motivo, più rilevante: questo club sta ponendo le fondamenta per crescere sano e forte, non per avere un exploit e poi finire chissà dove. Alcune delle squadre promosse in A negli ultimi tornei sono solide, per altre invece vorrei avere una macchina del tempo e vedere un attimo dove saranno tra qualche anno. Io, per l’Ascoli, posso garantire che sarà al suo posto e, se il lavoro che stiamo facendo porterà frutto come sono certo che sia, perché nella vita è così che funziona, starà facendo qualcosa di grosso».

In termini più concreti?

«Stiamo realizzando un centro sportivo che molti sognano anche in massima serie; raggiungeremo, spero al più presto, un’intesa per lo stadio; stiamo valorizzando giovani che un giorno magari troveremo in nazionale; ci stiamo strutturando all’interno con figure competenti in tutti gli ambiti più importanti di un club che punta a essere un’eccellenza. Non è poco».

Cosa risponde ai tifosi che hanno detto ‘Meritiamo di più’?

«Che li capisco e lo avranno se ci lasciano fare perché ‘di più’ è ciò che vogliamo anche noi e ciò per cui lavora, forse dall’esterno in molti non si rendono conto, senza sosta l’amministratore Cardinaletti. Vi fidate di me? Ci divertiremo, avete la mia parola».