Giovedì 18 Aprile 2024

Bimba violentata e gettata dal balcone, un arresto. "Fortuna non voleva più subire"

Fortuna Loffredo fu uccisa nel giugno 2014. La Procura accusa: "Connivenze su una rete di pedofili". La mamma di Fortuna: "Devono marcire in carcere" TESTIMONIANZA CHOC Parla l'amichetta: "Così Chicca è stata violentata e gettata dal balcone"

La piccola Fortuna Loffredo, violentata e gettata dal balcone a Napoli (Ansa)

La piccola Fortuna Loffredo, violentata e gettata dal balcone a Napoli (Ansa)

Caivano (Napoli), 29 aprile 2016 - Due anni di indagini sulla morte della piccola Fortuna Loffredo, la bimba che nel giugno 2014 'volò' dal balcone del suo palazzo dopo essere stata violentata, hanno scoperchiato un'incredibile catena di orrori. Alla fine è stato arrestato un uomo di 44 anni, Raimondo Caputo, compagno di una vicina e amica della mamma della piccola morta. Era già in carcere, sempre per pedofilia: è accusato di aver abusato sessualmente anche della figlia 12enne della sua compagna, oltre che di una terza ragazzina.  La Procura ricostruisce che la piccola Fortuna è stata gettata dall'ottavo piano dal presunto "orco" che abusava da tempo di lei perché si era rifiutata di subire l'ennesima violenza.   Un palazzo maledetto, per i bambini: nel 2013, un anno prima della morte di Fortuna, fece la stessa fine Antonio Giglio, 3 anni, figlio piccolo della compagna di Caputo, Marianna Fabozzi. E la stessa Fabozzi è ora ai domiciliari per un'altro filone dell'inchiesta. Nel quartiere è esplosa la rabbia: intorno a mezzogiorno di oggi una bottiglia incendiaria è stata lanciata contro l'ingresso dell'abitazione in cui la donna è ai domiciliari.

OMERTA' E CONNIVENZE - Dalle indagini emergono anche incredibili connivenze dei condomini col presunto pedofilo: "La scarpina destra di Fortuna sarebbe stata occultata da una signora all'ottavo piano del palazzo in cui viveva la piccola. La stessa che negò di aver visto qualcuno sul pianerottolo poco prima della caduta della bambina", spiega il procuratore aggiunto Domenico Airoma.  Particolare inquietante: anche la scarpina destra di Antonio, l'altro bimbo che volò giù dal palazzo, non fu mai trovata. Il fascicolo di quell'indagine è però della Procura di Napoli. Dove fosse la scarpina di Fortuna è emerso da una intercettazione. L'indagine, sottolineano gli inquirenti, è stata resa difficile non solo dell'omertà degli abitanti del Parco Verde, ma anche da connivenze. 

LA RETE DI PEDOFILI - E proprio di una rete di pedofili all'interno del Parco Verde di Caivano parla il procuratore Greco: "Un contesto che lo stesso gip nell'ordinanza ha definito disastrato".  "Da questa indagine - spiega l'aggiunto Airoma - arriva un quadro che ci preoccupa molto, un contesto in cui l'infanzia non è tutelata. Le istituzioni devono farsene carico, la scuola, il comune, l'Asl e i servizi sociali. Ieri abbiamo avuto un incontro con il procuratore del tribunale dei Minori per individuare degli interventi da mettere in atto".  Dal momento in cui sono iniziate le indagini dopo la morte della bambina, gli investigatori hanno individuato 4 bambini che avevano probabilmente subito abusi sessuali. 

I FIGLI DELLA COMPAGNA - Oltre ad Antonio, morto nel 2013, altri tre bambini in pericolo, tutti figli di Marianna Fabozzi, sono stati allontanati. Greco specifica che, vista la drammaticità dei fatti che coinvolgono minori, gli inquirenti non riescono a dirsi "soddisfatti" del risultato. "L'unica nota positiva - dice - è che l'equipe che sta seguendo i tre minori allontanati dal contesto, coloro che hanno permesso di arrivare a questo risultato con le loro dichiarazioni, ci ha riferito che i bambini hanno ripreso a giocare e a sorridere". 

LE INDAGINI - Nei mesi scorsi, l'indagine ha visto l'arresto di Salvatore Mucci e della moglie, ovvero coloro che per primi dissero di aver soccorso Fortuna. L'indagine in ogni caso non è ancora conclusa: saranno ascoltate le persone che hanno reso false testimonianze.

LA MAMMA DI FORTUNA - "Da una parte sono contenta perché ho avuto giustizia, dall'altro dico che quei due devono marcire in carcere perché hanno ammazzato mia figlia", è la reazione a caldo di Domenica Guardato, la mamma della piccola Fortuna. Se la prende anche con la compagna dell'uomo, sua vicina di casa, in carcere per violenza su un'altra bimba di tre anni, e a entrambi dice: "Voglio guardarvi in faccia per capire perché lo avete fatto". Massacro di Ponticelli, le Iene da Meloni per riaprire il caso: "Ha preso impegno"