Mercoledì 24 Aprile 2024

Bimba gettata dal balcone, l'accusato: "Non ho ucciso Fortuna"

Fortuna Loffredo fu uccisa nel giugno 2014. Nell'interrogatorio di garanzia l'accusato, Raimondo Caputo, si è difeso: "Non ero lì e non ho scommesso abusi sessuali". Indagate le inquiline che hanno dichiarato il falso. La mamma della bambina invita Mattarella: "Mi venga a trovare" TESTIMONIANZA CHOC Parla l'amichetta: "Così Chicca è stata violentata e gettata dal balcone"

I funerali della piccola Fortuna Loffredo (Ansa)

I funerali della piccola Fortuna Loffredo (Ansa)

Napoli, 30 aprile 2016 - Raimondo Caputo, accusato di aver violentato e ucciso la piccola Fortuna Loffredo, si è dichiarato innocente: "Non ho ucciso Fortuna, non ero lì quando lei è caduta, né ho mai commesso abusi sessuali". Il 43enne si è difeso durante l'interrogatorio di garanzia stamani davanti al gip Alessandro Buccino Grimaldi. La bimba di 6 anni fu gettata giù dall'ottavo piano nel Parco Verde di Caivano (Napoli) il 24 giugno 2014. Presente all'interrogatorio il pm di Napoli Nord Claudia Maone. Ieri Caputo aveva dato segni di cedimento quando gli era stata notificata l'ordinanza in carcere, dove era già detenuto per violenza sui figli della sua convivente. Ma oggi ha ripreso la difesa tenuta in questi due anni di indagini. Il gip lo ha definito nell'ordinanza una persona "caparbia" nell'ostacolare l'attività investigativa. A Poggioreale Caputo ha respinto tutte le accuse e ha ribadito le posizioni tenute nel corso delle indagini, chiudendo l'interrogatorio di garanzia in breve. Ha insistito sul particolare che non si trovava nel luogo dove è morta Fortuna, ribadendo di essere "un buon padre" e di "non aver commesso mai niente".

IL PADRE: CHI L'HA AMMAZZATA E' UNA BESTIA - "Una bestia che forse non ha neanche capito quello che ha fatto: in un altro Paese lo condannavano a morte". Si sfoga Pietro Loffredo, 40 anni, papà della piccola Fortuna. Loffredo è uscito dal carcere un anno fa, dopo avere scontato una decina di anni per reati come la vendita di cd falsi e piccole truffe. Quando Fortuna morì era ancora in cella, e ora chiede che sia fatta giustizia. 

LA MAMMA: MATTARELLA VENGA A TROVARMI - "Io non lo chiamerei uomo perché per me non è un uomo, lo chiamerei mostro. Perché ad uccidere una bambina e anche a violentarla, che cosa hai provato in quell'attimo che hai abusato di una bambina di sei anni? Io lo chiamerei soltanto mostro". Così a SkyTg24 HD Domenica Guardato, la madre della piccola. La mamma ha poi lanciato un invito al presidente della Repubblica Sergio Mattarella a farle visita in quel quartiere dell'orrore dove è stata uccisa Fortuna. Il capo dello Stato proprio oggi si era rivolto al caso della bimba auspicando un'inchiesta "rapida, ampia, severa". "Ringrazio il Presidente della Repubblica - dice la mamma di Fortuna - che ha preso a cuore la storia di mia figlia. Vorrei che mi venisse a trovare, qui, nel Parco Verde, dove abito, per vedere come viviamo in questo quartiere, giorno per giorno". Domenica Guardato aggiunge: "Ci vogliono punizioni dure per questi mostri che uccidono bambini e donne".

NIENTE DNA - Non ci sarebbero tracce del Dna di Raimondo Caputo, 43 anni tra gli elementi raccolti dagli investigatori nell'inchiesta che ha portato ieri all'arresto del 43enne, accusato di aver violentato e ucciso la bimba il 24 giugno 2014, nel Parco Verde di Caivano. Anche se in un'intercettazione allegata all'ordinanza di custodia cautelare a carico di Caputo, quest'ultimo, mostrandosi preoccupato e riferendosi a Fortuna, dice: "Vuoi vede che là sopra c'è il sudore mio".

INQUILINE INDAGATE - Due inquiline del "palazzo degli orrori" dove viveva la piccola Fortuna Loffredo, sono indagate dalla Procura di Napoli Nord per l'ipotesi di reato di false dichiarazioni rese all'autorità giudiziaria. Fra queste vi è la donna che gli investigatori ritengono abbia raccolto, e nascosto, la scarpa persa da Fortuna al momento della morte. La donna raccontò agli investigatori che, il giorno della morte di Fortuna, era rimasta seduta tutta la mattina fuori alla porta di casa perché faceva caldo e di non aver visto passare la bimba, né tantomeno Caputo. Ma fu intercettata nella sua abitazione mentre parlava con il figlio. "L'ho buttata io la scarpa, non lo voglio dire a nessun 'u fatt ra scarpetella', perché qua sono venute le guardie", riferendosi al sandalo di Fortuna, perso durante la caduta dall'ottavo piano del palazzo. La donna lp aveva ritrovato e fatto sparire per non essere coinvolta nelle indagini.

LA NONNA DI UNA PICCOLA TESTIMONE: NON DIR NIENTE - I depistaggi sulla morte di Fortuna Loffredo, sono iniziati subito dopo la sua caduta dall'ottavo piano del palazzo dove abitava. Nel corso di una conversazione intercettata dagli investigatori, la nonna dell'amichetta di Fortuna rivolgendosi alla nipotina dice: "Io non so niente, così devi dire ... non imbrogliarti con la bocca". La piccola di lì a poco viene ascoltata nuovamente dagli inquirenti. "Quando è morto mio nipote (Antonio Giglio, deceduto nell'aprile 2013 nello stesso modo di Fortuna) non ho accusato nessuno, ho detto che nessuno stava a casa mia".