Barriera di Stato

L’INTERVENTO di Bagnasco, che ha auspicato che la libertà di coscienza dei nostri parlamentari impegnati sulla legge Cirinnà possa essere tutelata dal voto segreto, non è così innocente come ha suggerito l’Avvenire, che ha parlato di un semplice «appello morale», o come vorrebbe ora presentarlo lo stesso Cardinale, che ha poi negato di aver voluto fare considerazioni tecniche. Non lo è perché Bagnasco si è espresso sapendo che le sue parole potevano essere intese come il suggerimento ai senatori di un rappresentante di un’autorità morale che ha però anche capacità di influenza politica su una parte dei cittadini (elettori) italiani. In secondo luogo, non è così innocente se Monsignor Galantino, rispondendo a una domanda sul tema, ha ritenuto di non volere entrare nel merito «per rispetto del Parlamento e delle istituzioni». Evidentemente, nel mondo ecclesiastico non vi è identità di vedute su come rapportarsi alla politica e alla società italiane.

LA CHIESA di Francesco ha imposto un cambiamento, rinunciando a quell’interventismo più diretto che aveva caratterizzato gli anni successivi al crollo della Dc, che, pur partito cattolico, aveva svolto un ruolo di mediazione. E, infatti, l’ultimo Family Day non ha goduto di quelle sponsorizzazioni del mondo  cattolico che invece avevano caratterizzato l’omonimo evento del 2007. Probabilmente, nel contesto ecclesiastico italiano, vi è nostalgia per quell’approccio più diretto. Quell’approccio – dagli effetti potenti su una debole classe politica – che aveva sino a ora impedito ogni regolamentazione delle unioni omosessuali (unici nell’Europa Occidentale, dove, tra l’altro, ormai domina il matrimonio) e aveva contribuito a partorire, nel 2004 (quando la Chiesa aveva trovato una sponda nei teocon berlusconiani), la legge 40 sulla procreazione assistita, dai contenuti così ideologici e assurdi che è stata in buona parte smantellata dalla Corte Costituzionale. 

INFINE, così innocente non è stato percepito nemmeno dalle autorità italiane, se il Presidente del Consiglio Renzi e del Senato, Grasso, hanno replicato con una certa fermezza. Ora speriamo che quella fermezza si mantenga, perché sono le autorità italiane che hanno prima di tutto il dovere di tutelare la fragile laicità del nostro Stato, a prescindere non solo dalle parole delle autorità cattoliche, ma anche dei sondaggi che il nostro governo pare abbia la tendenza a compulsare con una certa frequenza.