Venerdì 19 Aprile 2024

Accessi sbarrati e 36 anni di incuria. L’ex rifugio antiaereo cade a pezzi

Bergamo, dopo la guerra divenne albergo diurno e centro dello svago

DESOLAZIONE L’interno dell’ex albergo  diurno (De Pascale)BG//EX DIURNO//FOTO DE PASCALE

DESOLAZIONE L’interno dell’ex albergo diurno (De Pascale)BG//EX DIURNO//FOTO DE PASCALE

ALESSANDRO BORELLI

BERGAMO, 20 ottobre 2014 - DA 36 ANNI esatti giace, chiuso e inaccessibile, fra il Sentierone, piazza Dante e piazza Vittorio Veneto, nel cuore della città. Nessuno, fra i più giovani, ne può avere memoria perché da quando, nel 1978, i suoi accessi vennero definitivamente sbarrati, è stato impossibile metterci piede. Eppure, fra i pensionati che ogni giorno affollano il centro di Bergamo, sono in tanti a ricordarsene: «L’Albergo Diurno? E come si può dimenticarlo? – sorridono – Ci si andava per farsi il bagno e la doccia, si sostava dal barbiere e, se c’era un po’ di tempo, si faceva una partita a biliardo». Istantanee di un tempo passato e che pure ha lasciato una tangibile testimonianza di sé nell’area da mille metri quadrati realizzata nel 1944, come rifugio antiaereo, smontando la fontana e sventrando proprio piazza Dante.

«FINITA la guerra – ricordano i più anziani – si decise che quell’enorme spazio non doveva essere sprecato. Così, appunto, le amministrazioni pensarono di destinarlo a uso di albergo diurno, come si usava allora. Tanti bergamaschi, e non solo, che passeggiano in questi luoghi non lo sanno, ma sotto i loro piedi c’è un autentico tesoro». Il quale, è vero, sta irrimediabilmente finendo in balìa del degrado ma che alcuni testimoni oculari descrivono ancora come ben conservato «perché – si fa notare – essendo stato concepito come rifugio dalle bombe, è a tenuta stagna». Il problema adesso è: che farne? In una Bergamo alle prese con la minacciata chiusura di alcuni dei suoi locali storici – il bar pasticceria Balzer, che dovrebbe abbassare le saracinesche il 31 ottobre, sta a una cinquantina di metri, il ristorante ‘Ciao’, pronto a cessare l’attività, si trova a due passi – la risposta non è facile.

IL SINDACO Giorgio Gori, nel corso dell’ultima campagna elettorale aveva annunciato di volersi prendere a cuore la questione anche perché l’ipotizzata destinazione a polo culturale darebbe un indiscutibile valore al centro di città bassa. Ma i nodi da sciogliere non sono pochi. A cominciare dalla proprietà, che è del Demanio: la cessione a Palazzo Frizzoni è stata più volte ipotizzata, ma non se ne è ancora fatto nulla. Giocoforza, i relativi progetti languono.

«EPPURE – spiega Francesco Perolari, amministratore delegato dell’Immobiliare della Fiera – un serio rilancio servirebbe a ridare fiato all’intera area che, dopo una certa ora, un po’ muore». Il piano per un adiacente parcheggio da 450 posti auto ha dovuto fare i conti con i molteplici vincoli paesaggistici. Qualche giorno fa, sul blog Calepio Press è comparsa un’altra proposta: trasformare l’ex Diurno in discoteca «visto che, oltretutto, è insonorizzato. Sarebbe un interessante contraltare alla musica d’élite proposta al Teatro Donizetti, che si trova di fronte». Ipotesi, al momento, ma che non potranno essere trascurate. Anche se tutte le strade per l’eventuale scelta finale, come è inevitabile, portano a Roma.