Berlusconi pensa al colpo di teatro: sette candidate per guidare le regioni

Comi, Carfagna, Matera, Gardini e Polidori in pole position. E stasera è previsto l'incontro Berlusconi-Salvini

Mara Carfagna e Silvio Berlusconi (Imagoeconomica)

Mara Carfagna e Silvio Berlusconi (Imagoeconomica)

Roma, 31 marzo 2015 - NON c’è due senza tre per Silvio Berlusconi. Bloccato ad Arcore per l’influenza, oltre ai due dossier sulla rottamazione dei forzisti di lungo corso e sulla possibilità di candidarsi a sindaco di Milano, l’ex Cavaliere avrebbe anche studiato un colpo di teatro per le regionali: rovesciare tutti i tavoli e candidare sette donne alle sette regioni al voto il 31 maggio. Un colpaccio per rinnovare profondamente l’immagine di Forza Italia ormai a pezzi causa litigiosità e divisioni, ma anche per tentare il tutto per tutto di fronte a sondaggi riservati che vedrebbero il partito balcanizzato e, in caso di uscita di fittiani e verdiniani, anche sotto il 10% con conseguente condanna di Berlusconi all’irrilevanza politica.

DALL’ALTRA parte Berlusconi è però galvanizzato dal ritorno sulla scena del suo ex amico-nemico Nicolas Sarkozy. Molto dipenderà dall’esito dell’incontro previsto per stasera con Matteo Salvini. Intanto, sembra aver rinunciato senza appello alla possibilità di candidarsi nel 2016 a sindaco. Sulle orme di Renzi, invece, ritiene che la rottamazione possa essere quel che ci vuole anche per il suo partito pensando di mettere sette candidate alle presidenze regionali, proprio come fece il premier alle Europee. Così, attraverso la fedelissima Mariarosaria Rossi, ha lanciato l’idea di bloccare le ricandidature di chi ha già fatto tre legislature. Idea criticata a distanza da Altero Matteoli che, abilmente, ha pensato di parlare al telefono ad alta voce da uno dei bar più ‘ascoltati’ del centro di Roma e dove, riferendosi alla Rossi, ha detto che «non lo sa che sono quelli con tre legislature che forse riescono a prendere ancora qualche voto?» Al di là di qualche deroga però, Berlusconi sembra davvero essere intenzionato a portare avanti questa idea che, soprattutto se l’incontro con il segretario della Lega non porterà risultati, si incrocerebbe con un’idea ancor più forte.

VISTO che – con le liti Salvini-Tosi in Veneto e di Ncd e fittiani in Campania – anche le due presidenze sulla carta sicure sembrano a rischio, tanto vale tentare l’impossibile. Cambiare a sorpresa schema di gioco e andare alle elezioni anche da soli con sette candidate. A meno di miracoli, difficilmente qualcuna riuscirebbe ad affermarsi, ma dimostrerebbe che Forza Italia ha davvero ‘svoltato’ scaricando quello che Giovanni Toti pochi giorni fa ha definito «tappo al rinnovamento». Ma chi farebbe parte del dream team? Tra i nomi che circolano ci sarebbero Mara Carfagna in Campania, Barbara Matera in Puglia, Lara Comi in Liguria, Elisabetta Gardini in Veneto e Catia Polidori in Umbria nonostante sull’attuale candidato forzista Claudio Ricci si sia trovata da tempo la convergenza di tutto il centrodestra, Lega compresa.

Intanto, gli azzurri accentuano l’opposizione al governo. Chiusura totale sull’Italicum. Il capogruppo Renato Brunetta parla di una forzatura «a vocazione maggioritaria».