{{IMG_SX}}Bologna, 16 maggio 2007 - "Ci dicevano 'siete tutti fissati'. Poi sono morti in otto e non di fissazione: li ha uccisi il tumore". Inizia con uno sfogo la denuncia di Anna Maria Tanzillo, inquilina tra il 1994 ed il '99 di un vecchissimo stabile ex Iacp nella periferica via della Beverara a Bologna. Nulla fuori dalla norma, se non fosse che a due passi dalla palazzina al civico 123 l'Enel avesse nel frattempo installato un centrale elettrica.

Gia' nel 1995 alla donna venne diagnosticata una sideremia (la concentrazione di ferro nel sangue) anomala e negli anni ha sviluppato- come certificano le perizie mediche presentate da Tanzillo- numerosi fibromi, per sua fortuna forma tumorale "benigna". La signora ha poi lasciato la Beverara e, d'incanto, "nel 2001- racconta- ogni patologia era scomparsa". E' stato l'azzurro Aldo Zechini D'Aurelio a raccogliere la denuncia della donna: oggi il vicepresidente del gruppo consiliare di Forza Italia ha sollevato la vicenda davanti ai cronisti ed annunciato la causa risarcitoria che Tanzillo, assistita dall'avvocato Alessandro Klum- intende avviare contro l'Enel.

 

Una causa che si annuncia pero' complicatissima: le rilevazioni dell'Arpa (l'ultima risale al 2001), infatti, non hanno mai registrato alcun superamento dei limiti fissati dalla legge per i campi elettromagnetici (il tetto e' fissato a 6 volt per metro) nella centrale Enel di via della Beverara. Anche se il legale confida in una recente sentenza della Cassazione: secondo la Corte, l'osservanza dei limiti non esclude di per se' un danno al diritto alla salute. Inoltre, aggiunge Klum, il Tribunale di Bologna ha introdotto "la previsione degli effetti futuri sull'integrita' fisica causati da esposizione prolungata".

In altre parole, perche' la causa ottenga ragione si deve dimostrare, cosa che il Tribunale e' pronto a riconoscere in virtu' della sua recente sentenza, la probabilita' di sviluppare in futuro patologie per l'assorbimento continuato di onde elettromagnetiche. Tocchera' ad un Tribunale pronunciarsi, ma il racconto della signora e' comunque da allarme rosso: tra il '92 ed il 2002 "sono morte dieci persone in quel palazzo- ricorda Tanzillo- e otto le ha uccise il tumore".
Inquietante anche un altro aneddoto. Dalla centrale incriminata "ho visto con i miei occhi uscire materiale combustibile. Ho denunciato il fatto ai Noe", il Nucleo operativo ecologico dei Carabinieri, che hanno poi sanzionato l'azienda con una robusta ammenda di qualche decina di migliaia di vecchie lire. Eppure nei dintorni di via della Beverara l'Enel ha da poco richiesto l'attivazione di una nuova cabina elettrica, spiega Tanzillo, proprio a qualche metro di distanza dalle scuole Salvo D'Acquisto e Bottego.

Sul piano politico, invece, Zechini, che e' docente di Patologia vegetale alla facolta' di Agraria, accusa d'irresponsabilita' l'amministrazione, che non ha mai acceso i riflettori sui danni provati dall'elettrosmog. L'azzurro, con una punta d'autocritica, ricorda che anche la giunta Guazzaloca "rimase sorda al tema, quando iniziai la battaglia, poi purtroppo persa per la cabina Enel dei giardini Margherita". Il forzista ci riprova oggi e lancia un doppio appello: "Bisogna delocalizzare le antenne disseminate in tutta l'area collinare di Bologna ed attenzione- ammonisce in chiusura- ai giardini Margherita le piante d'alloro, di per se' resistentissime, poste vicino alla cabina elettrica sono tutte morte, mentre quelle ai lati non presentano anomalie. Sara' una coincidenza, ma...".