Bologna, 27 novembre 2007 - Legambiente ha deciso di denunciare il Governo italiano alla Commissione europea per inadempienza al diritto comunitario, giudicando che "si continuano a privilegiare i trasporti su strada, mentre scompaiono dalla finanziaria i fondi per il trasporto ferroviario".

 

È già partita infatti per Bruxelles la lettera dell'associazione ambientalista firmata dal Presidente Nazionale di Legambiente, Roberto Della Seta, che chiede alla Commissione Europea di verificare le intenzioni attribuite al ministro delle Infrastrutture di violare la normativa europea con un affidamento diretto alla società autostrade della costruzione del Passante.

 

Formalmente la denuncia si presenta come un aggiornamento rispetto "al reclamo n. 4458/2003 sul tema dell'affidamento senza gara in concessione di alcune opere infrastrutturali in Italia". Nelle scorse settimane, ricorda una nota, dopo oltre 4 anni, i proponenti del Passante di Bologna sono ritornati a chiedere l' affidamento diretto (senza gara) alla società Autostrade e come è stato riferito da alcuni giornali il ministro Antonio Di Pietro avrebbe dato la sua disponibilità in tal senso annunciando per questo un viaggio a Bruxelles nei prossimi giorni.

 

"La nostra associazione - ha dichiarato Luigi Rambelli, presidente di Legambiente Emilia Romagna - ribadisce la sua contrarietà a un'opera inutile e dannosa in quanto il potenziamento della rete autostradale contrasta con gli accordi internazionali sulla riduzione della CO2 e con la necessità di potenziare la rete ferroviaria che invece, con la finanziaria, ha subito un taglio dei fondi per i 1000 nuovi treni promessi ai pendolari".

 

"Tra l'altro - ha aggiunto Rambelli - il passante è un'opera che non rientra nella concessione originaria, che per la sua dimensione non può essere definita un adeguamento ma una vera e propria nuova opera in quanto consisterebbe in un tratto autostradale a nord di Bologna con un tracciato di oltre 40 km e una spesa prevista di circa 1.000 milioni di euro, dunque di importo superiore ai limiti previsti dalla direttiva 93/37/CEE".

 

La lettera di Legambiente si conclude con un invito all'U.E. "a valutare con attenzione la situazione degli appalti di lavori pubblici in Italia specificamente al caso in oggetto e adottare tutti i poteri in loro possesso al fine di richiedere informazioni e chiarimenti al Governo italiano onde prevenire ogni possibile infrazione della normativa comunitaria".