{{IMG_SX}}Bologna, 8 febbraio 2008 - IL PD è appeso al verbo di Sergio Cofferati, che sceglierà se ricandidarsi sindaco nel 2009 solo dopo avere interpellato il figlio Edoardo; lista civica e centrodestra litigano su primarie-sì-primarie-no, in attesa che Giorgio Guazzaloca sciolga le riserve e dica se ci riproverà; la sinistra radicale e Franco Grillini si annusano per capire se il socialista potrà essere il candidato unitario giusto. E c’è chi invece non si lascia invischiare in tattiche e pretattiche, e scende in campo senza indugi: Beppe Maniglia, il rocker di piazza Maggiore.

 

L’annuncio della candidatura un mese fa, sul Carlino. Ora, sul sito di YouTube, Maniglia espone le linee del suo programma in un’intervista di quasi nove minuti allo Spettro della bolognesità, che promette di diventare un cult.
«Berlusconi ha Apicella? Noi a Bologna abbiamo Beppe Maniglia», è lo slogan con cui il 64enne candidato si presenta agli elettori (che lui, abituato ad altre platee, chiama «pubblico»). Spirito civico («lista indipendente dai partiti»), un pizzico di autoritarismo («nessuno che mi freni nei miei programmi»), e una spruzzata di grillismo («io politica non ne faccio»), Maniglia non nasconde un dubbio mastelliano: «Sono di destra o di sinistra? E’ un problema». Nodo presto sciolto, «perché come persona sono un po’ individualista, quindi non sono di sinistra».

 

IL PROGRAMMA non ha le fumosità delle «piattaforme programmatiche» dei partiti. Giubbotto da biker aperto sul petto, bancone di un pub come sfondo, Maniglia elenca i punti forti di un suo eventuale mandato. E non teme di sbilanciarsi: «Voglio fare il sindaco per fare la rivoluzione in città». Come fare con i lavavetri? «Tolgo i semafori e non ci saranno più». Addio Ztl e strisce blu: «Aprirò tutte le strade e toglierò la sosta a pagamento, tutti potranno girare dove vogliono e il centro tornerà a vivere». Lo smog? «Ai poveri cambierò lo scaldabagno e i fornelli: sono quelli che inquinano».

 

Il cavallo di battaglia è «il mare in piazza Maggiore, ne parleranno nel mondo». Il crescentone sarà «un’enorme piscina con le onde e l’acqua di mare», le strade intorno «ricoperte di sabbia, con ombrelloni e cabine». Al Parco nord sorgerà un villaggio per gli anziani («perché nessuno sa dove metterli»), con prefabbricati e tutti i comfort. Poi un autobus «bestiale, l’ho disegnato io, mica come quel bagaglio del Civis». E se ci sono i multicinema, «farò i multipub». L’affresco in San Petronio con Maometto, inviso ai musulmani? «Lo spediamo al Vaticano, per una cavolata così non dobbiamo intestardirci».

 

L’appello al voto finale non sfigurerebbe in bocca a Barack Obama: «Sono una persona come voi. Votando me voterete per voi stessi, io avrò le vostre idee e voi avrete le mie. Insieme avremo vinto».