{{IMG_SX}}BOLOGNA, 25 AGOSTO 2008 - Bologna dai 'capelli grigi'. Il capoluogo emiliano è infatta la seconda città italiana, dietro a Trieste, per numero di anziani. Sotto le Due Torri quasi un terzo dei residenti ha piu' di 65 anni, e di questi 32.000 hanno piu' di 80 anni. Cifra che, secondo le proiezioni demografiche del Comune emiliano, e' destinata a toccare quota 50.000 nel 2020, con il rischio di un'esplosione della non autosufficienza.
 

Di quest'ultimo argomento si occupa 'Spinta', il mensile dello Spi, il sindacato dei pensionati della Cgil di Bologna, in edicola da domani insieme al quotidiano 'Il Domani di Bologna'. Tra gli articoli anche un servizio su 'M.Ai.Soli', la prima associazione bolognese dei familiari di persone non autosufficienti, promossa dallo stesso sindacato.
 

Secondo lo Spi attualmente in citta' le persone non autosufficienti sono circa novemila, di cui 3.800 trovano una risposta, parziale, nei vari servizi offerti dal sistema pubblico. Secondo Bruno Pizzica, segretario dello Spi, in 2.200 usufruiscono dell'assistenza domiciliare ''ma con il limite di una media di quattro-cinque ore erogate a settimana, senza riuscire cosi' a coprire i bisogni reali degli assistiti''. Un vuoto colmato in parte dalle badanti (a Bologna vi fanno ricorso circa 12-13.000 famiglie). Da qui anche l'idea dell'associazione 'M.Ai.Soli', che ha per logo due mani che si intrecciano.