{{IMG_SX}}BOLOGNA, 2 LUGLIO 2009 — ANCHE le coppie non sterili, che hanno già avuto figli nati con gravi patologie genetiche, potranno ricorrere alla fecondazione assistita. L’ha stabilito una sentenza del tribunale di Bologna, scardinando un punto fondamentale della legge 40. Non solo. Il giudice Chiara Gamberini ha anche ammesso la diagnosi preimpianto sull’embrione, sempre se c’è il rischio di ereditare gravi malattie genetiche. Una sentenza che, come prevedibile, ha fatto scoppiare polemiche roventi.
«E’ un’invasione di campo della magistratura nella volontà popolare — attacca il sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella — E’ sconcertante, si tratta di un vero e proprio tentativo di riscrittura della legge 40, perché la sentenza non ha alcun collegamento con la sentenza della Corte Costituzionale che dichiarava illegittima la 40. E’ una riscrittura che dimostra che le decisioni del Parlamento non sono tenute in considerazione. Ora aspettiamo le motivazioni, poi vedremo».

IL RICORSO era stato presentato, tramite l’avvocato Gianni Baldini, da una coppia fiorentina, il cui primo figlio era affetto da distrofia di Duchenne, trasmessa dalla madre. I due, impiegato 40enne lui, casalinga 39enne lei, si erano rivolti al centro Tecnobios di Bologna. Purtroppo, una settimana fa, il loro primo figlio, di 9 anni, è morto. «Per noi questa sentenza, pur in un momento così doloroso, è una speranza», hanno detto al loro legale.
L’ordinanza del giudice dispone inoltre che si proceda «previa diagnosi preimpianto di un numero minimo di 6 embrioni» e che il medico debba eseguire i trattamenti «in considerazione dell’età e del rischio di gravidanze plurigemellari pericolose». Il medico potrà provvedere poi al congelamento «per un futuro impianto degli embrioni risultati idonei».
 

Categorico il presidente della Pontificia accademia per la vita, monsignor Rino Fisichella: «Non credo che queste cose si risolvano con interventi continui della magistratura. La chiesa cattolica non ammette l’analisi pre-impianto perché porta inevitabilmente alla selezione eugenetica».
«Da oggi daremo il via alle procedure per eseguire la diagnosi preimpianto», spiega il direttore del centro Tecnobios, Andrea Borini. «I tribunali — aggiunge il ginecologo e padre della ‘provetta’, Carlo Flamigni — stanno facendo con gran buon senso ciò che i politici non sanno fare, ossia usare il buon senso». «La sentenza di Bologna — dice la senatrice Pd Vittoria Franco — dimostra ancora una volta che la legge 40 è una legge scritta male e inapplicabile». Ben diverso il commento del sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano: «Il tribunale di Bologna sovverte la legge».