Bologna prende per la gola i mercati internazionali

Latte e mortadella i prodotti su cui, all’ombra delle Due Torri, si punta per vincere la sfida della globalizzazione

Il convegno su storia, tutela e valorizzazione del patrimonio agroalimentare (Schicchi)

Il convegno su storia, tutela e valorizzazione del patrimonio agroalimentare (Schicchi)

Bologna, 21 ottobre 2014 - Il made in Bo va alla conquista dei mercati internazionali. Con una strategia: prenderli per la gola. È quanto emerge dal convegno su storia, tutela e valorizzazione del patrimonio agroalimentare organizzato nell’ambito della Festa della storia, a Bologna fino al 26 ottobre.

Latte e mortadella i prodotti su cui, all’ombra delle Due Torri, si punta per vincere la sfida della globalizzazione. “Il nostro mercato – spiega il presidente del Consorzio Mortadella Bologna, Corradino Marconi – vale 650 milioni e il 40% deriva dalla vendita del prodotto IGP”. L’obiettivo è aumentare la percentuale aprendosi ai mercati stranieri. Guarda oltreconfine anche Gianpiero Calzolari, presidente di Granarolo: “Se i consumi interni sono in crisi, la soluzione è l’export. Esistono mercati, come la Cina, in cui la richiesta di derivati del latte è in forte ascesa”.

Qualcosa di nuovo sul fronte orientale? “Vogliamo lanciare sul mercato cinese un latte per bambini liquido e non in polvere – sottolinea Calzolari -, dato che c’è una richiesta enorme”. Un cibo, quello bolognese e italiano in generale, non solo da gustare ed esportare, ma da insegnare: “Ho sempre pensato a Fico (il parco tematico agroalimentare che aprirà tra un anno nell’area ex CAAB) come ad una fattoria didattica. Altro che Disneyland del cibo. L’educazione alimentare andrebbe insegnata fin dalle materne”, afferma Andrea Segré, direttore del Dipartimento di Scienze e Tecnologie agroalimentari dell’Alma Mater.

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