Segré: “Candidato? No, nel 2016 apro Fico”

Il presidente Caab: “Le coop? Sono importanti, ma non l’unico investitore”

Andrea Segrè (foto Schicchi)

Andrea Segrè (foto Schicchi)

Bologna, 26 aprile 2015 - Presidente Andrea Segrè, nel 2010 lei è stato a un passo dalla candidatura alle primarie del Pd. È ancora disponibile per la corsa a Palazzo d’Accursio?

«Non ci pensavo allora – dice il numero uno del Caab – e tantomeno adesso».

Perché?

«Ho tante iniziative e progetti da finire, in primis Fico. E poi c’è già un sindaco in carica e disponibile mi pare, e rispetto alla nostra iniziativa ha avuto un ruolo importante. Se Merola e la Giunta non ci avessero creduto saremmo rimasti al palo. Mettersi in un progetto così grande non era scontato. Il coraggio non è mancato».

A che punto sono i cantieri di Fico?

«I lavori fervono e si inizia già a vedere qualcosa di concreto, aumentano uomini, turni di lavoro, mezzi: il primo passaggio su cui si sta lavorando è la trasformazione della nuova area mercatale per trasferire i grossisti».

Previsioni sui tempi?

«Credo che per il trasferimento dei grossisti nella nuova area e la trasformazione del mercato attuale in parco tematico staremo entro l’anno».

A quando l’apertura?

«Ci sono due fasi successive da ultimare: dopo la riconsegna da parte delle imprese del parco tematico c’è l’allestimento dei laboratori e l’insediamento delle imprese che popoleranno Fico. Fasi complesse. Primavera è la stagione migliore per mostrare la parte agricola. Ma decideremo tutti assieme quando inaugurare, anche con il Comune che è l’azionista di maggioranza di Caab».

Come procede il fundraising del Fondo Pai?

«Bene, in febbraio c’è stato l’ingresso cospicuo della Cassa previdenziale degli agronomi, tanto che un rappresentante della stessa entra nel Comitato consultivo assieme al mondo cooperativo, alle banche e alle imprese»

Questo ingresso nella cabina di regia del Fondo potrebbe modificare gli equilibri e il peso del mondo cooperativo?

«Gli equilibri stanno cambiando via via che aumentano gli investitori, la platea si è molto allargata. Il mondo coop è un importante investitore, ma non l’unico. Ci tengo a dire però che il progetto è ben governato direi presidiato dalla parte pubblica».

La questione infrastrutture per raggiungere Fico vi preoccupa?

«La soluzione People Mover è fondamentale, ma intanto abbiamo avuto la garanzia dei nove autobus ibridi acquistati dalla Regione e Tper per la partenza».

Expo parte tra pochissimo e nel padiglione della biodiversità Fico avrà uno spazio istituzionale.

«Questa è stata una buona intuizione della Fiera».

Che però con Fico non dialoga molto...

«Vero: c’è un buco nero».

Cioè?

«Le sinergie straordinarie tra la Fiera e il Parco permanente agroalimentare sono davvero tante: dalle infrastrutture alle fiere tematiche. Tra loro non c’è competizione, ma di tutto questo non si è mai discusso».

Cosa manca?

«Alla Fiera manca un vero e proprio piano industriale. Il food è un’opportunità, quindi vedere che Macfrut va a Rimini e Fruit Logistica a Milano, solo per fare due esempi recenti, significa che a Bologna non c’è lavoro su questi temi su cui, invece, bisogna insistere. La città sta investendo sul cibo e Fico sarà un grande attrattore. Sia chiaro, Fico è in totale in sinergia con la Fiera e tra loro ci può essere di più, ma bisogna parlarsi. Io sono stato disponibile dal primo giorno, ma per farlo bisogna essere almeno in due. E comunque non basterebbe».

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