Matrimonio annullato, a Bologna il primo 'scioglimento breve'

Sentenza di annullamento a soli 4 mesi dalla richiesta, secondo le procedure riformate da papa Francesco

Don Stefano Ottani (Foto Dire)

Don Stefano Ottani (Foto Dire)

Bologna, 21 luglio 2016 - L’arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi ha emanato ieri una sentenza ’storica’, che ha concluso il primo processo breve di dichiarazione di nullità di matrimonio, secondo le procedure riformate da papa Francesco.

Il procedimento è durato quattro mesi, da quando il cosiddetto ‘libello‘, ovvero la richiesta presentata al Tribunale ecclesiastico regionale Flaminio, è stato depositato lo scorso 18 marzo.

Secondo la nuova norma voluta dal Pontefice, la sentenza diventa immediatamente esecutiva (fatto salvo il diritto di appello), in modo da “considerare reali e definitivi i tempi della giustizia ecclesiastica“.

A renderlo noto è la stessa Chiesa di Bologna, in un comunicato in cui si sottolinea che “si è così raggiunto uno degli obiettivi, fortemente voluti da papa Francesco, di abbreviare i tempi dei processi, per venire incontro alle attese delle persone ferite dal fallimento della loro esperienza matrimoniale“. La procedura è semplificata ma, precisa comunque la Curia bolognese, “continua a fare riferimento all‘immutata dottrina sulla indissolubilità del matrimonio“. In altre parole, “solo quando si raggiunga la prova della nullità attraverso un regolare processo, si può emettere la sentenza“. “Oltre alla celerità dei tempi, la riforma di Papa Francesco, prontamente attuata dai vescovi della nostra Regione - sottolinea l’arcidiocesi di Bologna - porta il tribunale ecclesiastico ad andare incontro alle persone perché gli interrogatori si svolgono presso le Curie del territorio di domicilio dei richiedenti. Questo primo esempio ha dimostrato la praticabilità e l’efficacia della riforma del processo canonico per le cause di dichiarazione di nullità del matrimonio, entrata in vigore lo scorso 8 dicembre, offrendo un ulteriore servizio alla verità del matrimonio e al bene della famiglia”. 

"Si è potuto accedere a questo rapido percorso - spiega il presidente del tribunale ecclesiastico monsignor Stefano Ottani - in quanto entrambi i coniugi erano consenzienti. Questo tipo di riforma, voluta da papa Francesco, non toglie nulla al sacramento del matrimonio e alla sua indissolubilità, ma consente alla Chiesa di mettersi in ascolto e di comprendere meglio e in modo più approfondito quelle che sono le situazioni in cui è nullo in vincolo nuziale". 

 

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