Bologna, 4 marzo 2015 - Condanna a 16 anni confermata per Giuseppe Trombetta, imputato per l’omicidio di Dino Reatti (foto), artigiano preso a sprangate nella notte tra il 7 e l’8 giugno 2012 ad Anzola Emilia (Bologna), davanti al proprio casolare. Lo ha deciso la Corte di assise di appello, presieduta dal giudice Pierleone Fochessati, che ha poi ridotto di due anni la pena per l’altro imputato, Thomas Sanna, e rideterminandola in 14 anni.
I due, secondo l’impostazione della Procura, erano stati istigati ad agire da Sonia Bracciale, moglie da cui Reatti si stava separando. Bracciale aveva scelto di farsi processare dalla Corte di assise ed era stata condannata lo scorso aprile a 18 anni. Alla donna, come a Sanna, che invece era stato processato insieme a Trombetta con il rito abbreviato davanti al Gup, è stato riconosciuto il concorso anomalo, che si verifica quando uno dei partecipanti all’esecuzione di un reato commette un fatto diverso da quello voluto. «Attendiamo le motivazioni e cercheremo di lottare fino alla fine per l’assoluzione», ha detto l’avvocato Stefano Vezzadini, difensore di Sanna. Trombetta è assistito dall’avvocato Maria Cristina Errede. I giudici hanno anche dichiarato inammissibile l’appello della Procura.
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