Tra sviste ed errori, Bologna penalizzato dagli arbitri

Gervasoni con l’Udinese, Rocchi con la Roma e Ghersini col Toro: gli ‘infortuni’ dei fischietti contro i rossoblù

L'arbitro Davide Ghersini (Foto LaPresse)

L'arbitro Davide Ghersini (Foto LaPresse)

Bologna, 30 novembre 2015 - Osservano, pur restando con le bocche cucite, a Casteldebole: tu annullami il gol di Badu (lanciato in millimetrico fuorigioco) con l’Udinese, fischiami la gomitata di Dzeko a Maietta che origina il rigore del provvisorio 2-1 della Roma e invalidami la rete di Belotti, che sabato nasce da un evidente controllo con la mano dell’attaccante del Torino. Poi andiamo a leggere come sarebbero finite queste tre partite. Con l’Udinese, il 27 settembre, finì 2-1 per i friulani, che vinsero in rimonta: l’arbitro nel mirino fu Gervasoni.

Con la Roma un Rocchi in giornata nerissima nove giorni fa ha inchiodato il risultato finale sul 2-2, sbagliando a piene mani sia di qua che di là: ma se sul piatto giallorosso della bilancia c’è un mancato penalty per il mani di Diawara in area, su quello rossoblù ci sono il gol ingiustamente annullato a Mounier sullo 0-0, la gomitata di Dzeko a Maietta bellamente ignorata dalla terna e perfino la mancata espulsione di Torosidis nel finale per somma di ammonizioni. Quanto all’ultimo infortunio arbitrale che ha fatto infuriare soprattutto i tifosi sui social network, al di là delle colpe dei rossoblù per come sabato (non) hanno impostato la partita, sono sotto gli occhi di tutti l’intervento in area di Molinaro su Mancosu (rigore che si può dare) nei minuti iniziali della partita e il mani di Belotti nell’azione dell’1-0 (gol che si deve annullare) ignorato da Ghersini.

Anche questo aspetto ieri era al centro del dibattito: per il Bologna, dopo il ciclone Rocchi, il semidebuttante Ghersini (che sabato era al suo terzo gettone in A) e per Frosinone-Verona, che pure era uno spareggio salvezza, l’internazionale Rizzoli? «Mettere Rocchi a dirigere Bologna-Roma è stata una scelta infelice del designatore», disse la scorsa settimana Pantaleo Corvino. Ma il Bologna s’è fermato lì, scegliendo di non soffiare sul fuoco delle polemiche, sia perché la Roma è una società ‘amica’ con cui il club rossoblù sta stringendo alleanze in Lega, sia perché tuonare come uno Zamparini qualunque non è nella cifra stilistica del Bologna di Saputo e inficerebbe l’immagine di club rinnovatore del sistema che vogliono darsi a Montreal e a Casteldebole. Certo, le sviste di Ghersini hanno dato fastidio non meno della fragilità del Bologna visto col Torino. L’ad Fenucci le ha aggiunte al libro nero degli errori, ma è difficile credere che i dirigenti rossoblù, come si diceva una volta, alzeranno la voce nelle sedi competenti. Anche se riformatori e bastonati questo no, è un concetto che non deve passare.

m.v.

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