Duecento profughi dall'Africa all'ex Cie

Sono in attesa dei permessi umanitari (FOTO)

L'arrivo dei profughi all'ex Cie di via Mattei (foto Schicchi)

L'arrivo dei profughi all'ex Cie di via Mattei (foto Schicchi)

Bologna, 20 luglio 2014 - Sono arrivati in via Mattei nel cuore della notte, stremati dopo una traversata in mare lunga oltre 48 ore e una giornata intera spesa tra il porto di Salerno e l’autostrada. Ad attenderli, negli spazi dell’ormai ex Cie (FOTO) chiuso più di un anno fa, una struttura completamente rinnovata, diventata un centro di accoglienza per profughi. Protagonisti della storia sono 200 uomini (di cui metà nigeriani), approdati ieri mattina in Campania a bordo della nave Etna della Marina militare, che li ha recuperati nelle acque del Mediterraneo, e trasferiti nel tardo pomeriggio in città a bordo di quattro bus.

Gli altri cento arrivano da Ghana, Gambia, Costa d’Avorio, Senegal e Sudan. Ma ci sono anche bengalesi e pakistani, che scappano da fondamentalismi religiosi e sperano in un asilo politico più difficile — almeno in teoria — rispetto agli altri. Dopo essersi lavati e aver mangiato qualcosa, i 200 si sono sistemati sui nuovi letti e materassi forniti dalla protezione civile. Davanti ai loro occhi, in via Mattei, niente più sbarre né cancelli. Potranno entrare e uscire come vogliono dalla struttura, senza nessuna restrizione. Secondo il piano predisposto dalla prefettura, una volta completate le visite mediche (previste per oggi) prenderà il via l’iter per ottenere i documenti. Non è ancora chiaro quanto resteranno in città.

«Per noi è una vittoria — spiega Amelia Frascaroli, assessore al Welfare —. Erano mesi che chiedevamo una soluzione di questo tipo». I profughi arrivati a Bologna «saranno liberi di muoversi, perché non siamo più nel regime della Bossi-Fini», commenta l’assessore. Cosa succederà nei prossimi giorni? «Ci sarà il rilascio dei permessi umanitari — anticipa Frascaroli —, ai quali hanno diritto tutti. Poi si vedrà quanti potranno richiedere asilo». L’importante, però, secondo l’assessore, è dare subito loro i documenti: «Così potranno muoversi anche negli altri Paesi europei. Molti, l’80 o il 90 per cento, non vogliono fermarsi in Italia».

Tra i più soddisfatti della nuova vita dell’ex Cie, c’è Sel: «Un luogo di insensato isolamento e detenzione, di privazione dei diritti umani, contro il quale ci siamo sempre battuti con forza, oggi è un luogo di accoglienza e aiuto a chi ha più bisogno», sostiene la coordinatrice Egle Beltrami. Di tutt’altro avviso l’opposizione: «L’operazione Mare Nostrum va fermata subito», tuona Galeazzo Bignami (consigliere regionale Fi), mentre Lucia Borgonzoni (Lega Nord) dice «no a una Lampedusa bolognese» e annuncia nei prossimi giorni presidi in via Mattei.

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