Notte in sacco a pelo in Valsamoggia: "La nostra sfida alla criminalità"

L’iniziativa di Ascom. L’ospite: "Cinque furti in tre anni: basta"

Enrico Postacchini

Enrico Postacchini

Bologna, 22 maggio 2015 - Una notte in sacco a pelo per dire no alla criminalità. L’Ascom ha scelto un luogo simbolico per ribadire la necessità di una maggiore sicurezza delle attività commerciali di città e provincia: il bar tabacchi di Paolo Rossi a Castello di Serravalle, che ha subito cinque furti in tre anni, rimettendoci decine di migliaia di euro. Da qualche tempo, esasperato, Rossi dorme con la moglie in negozio (e non è l’unico, anzi). Così, neanche un mese fa, la notte del 23 aprile scorso è stato svegliato all’improvviso da un rumore fortissimo: i ladri avevano sfondato la vetrata con un’auto rubata e lui li ha accolti a sediate, mettendoli in fuga. Per questo Ascom ha scelto il borgo, oggi parte del nuovo comune di Valsamoggia, per un’iniziativa senza precedenti: una notte per difendere il diritto al lavoro e soprattutto a lavorare in sicurezza. Un modo anche per mantenere intatto il sentimento di solidarietà che rischia di venire meno per lasciare spazio allo sconforto.

Allora Rossi, come si dorme in negozio?

«Insomma, potrebbe andare meglio. Faccio praticamente una vita da recluso».

Si è comprato una brandina?

«No, un materasso gonfiabile. Io e mia moglie ogni sera prendiamo la pompa per gonfiarlo e la mattina lo sgonfiamo e lo mettiamo via».

Un metodo non praticissimo.

«Infatti dormo poco. Vado a letto alle 2 e mi sveglio alle 5,30».

Ma ne vale la pena?

«Non lo so. Aggiunga anche la paura».

Di cosa?

«Se arriva qualcuno, non sai mai cosa può accadere. Un mese fa hanno sfasciato la vetrata con un’auto e, quando ci hanno visto, sono scappati. Ma potevano anche restare e tirare fuori un coltello».

Se lo immaginava di trovarsi in una situazione del genere?

«Come fai a pensare che ti toccherà dormire in negozio? Quando ho aperto il bar, vista la posizione centrale e le tante vetrate, avevo messo in conto qualche furtarello, non certo una roba del genere».

Cinque furti in tre anni. Ce l’hanno con lei?

«Ma non sono mica solo io. Rubano ovunque: capannoni, appartamenti, nei campi. Bisognerebbe cominciare ad affrontare la situazione con un po’ di polso».

E invece?

«Si latita. A fare promesse sono tutti bravi, poi mantenerle è un altro discorso».

Quali promesse?

«Le telecamere di sorveglianza all’ingresso del paese, per esempio. Il sindaco ne parlava tanto in campagna elettorale, ma per ora zero. E invece sarebbero utili per sapere se arriva qualcuno su un’auto rubata o senza assicurazione».

Cos’altro si può fare?

«Vedo i vigili fare multe con l’autovelox alle 7 del mattino. Benissimo. Però magari anche un po’ di controllo di territorio non guasterebbe. Ormai Valsamoggia è terra di conquista per i ladri».

Insomma, un disastro. Almeno sarà assicurato?

«Sì, un altro problema».

Anche lì?

«Non c’era tempo per pagare il premio relativo al massimale e così di 32mila euro me ne riconoscono solo 15mila».

Meglio che niente.

«Peccato sia tutto bloccato. Il giudice dall’1 settembre 2014 deve ancora firmare la fine delle indagini. E io intanto aspetto».

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