Nuovo Porto per gay e lesbiche: Atlantide pronta a trasferirsi

In arrivo un pre-accordo per uno spazio vicino alla Salara

Uno degli esponenti del collettivo Lgbt di Atlantide durante le manifestazioni contro lo sgombero

Uno degli esponenti del collettivo Lgbt di Atlantide durante le manifestazioni contro lo sgombero

Bologna, 2 marzo 2015 - Una nuova casa per Atlantide nel quartiere Porto, a due passi dalla Salara, sede dell’Arcigay. E’ questo il progetto che si sta lentamente concretizzando in Comune e che dovrebbe venire ufficializzato nei prossimi giorni. La lunga trattativa tra gli uffici di Palazzo D’Accursio e il collettivo Lgbt che ora occupa il Cassero di Porta Santo Stefano potrebbe così avere una fine.

Sono proprio i militanti di Atlantide a dover annunciare ufficialmente il trasferimento, con un comunicato che dovrebbe arrivare all’inizio di questa settimana. Questo metterebbe fine anche all’alta tensione che si è creata tra il Quartiere Santo Stefano e il collettivo gay, sfociata nei mesi scorsi in una serie di denunce pubbliche e giudiziarie sullo stato del Cassero di Porta Santo Stefano. Ovviamente c’è il rischio che si crei un nuovo caso di convivenza forzata tra residenti e militanti dall’altra parte della città.

Per ora si sa soltanto che il nuovo luogo scelto da Atlantide dovrebbe essere a pochi passi dall’altro Cassero del centro storico, quello sede dell’Arcigay nazionale e del Movimento italiano transessuali (Mit), al confine del parco del Cavaticcio. Alcuni uffici comunali vuoti si trovano in via del Porto, che passa proprio alle spalle del Mambo e che ha sbocco nell’accesso secondario del parco. La zona però è piena di uffici, attività commerciali e residenze private, quindi potrebbe non prestarsi ad ospitare il gruppo Lgbt.

Fatto sta che la creazione di una sorta di piccolo ‘polo Lgbt’, con l’avvicinamento geografico dell’Arcigay ad Atlantide, piace a molti in Comune. Sebbene i due universi abbiano distinte identità politiche (Atlantide è molto più antagonista dell’Arcigay) esistono molte collaborazioni tra le due realtà. Già l’anno scorso, durante il grande Gay-pride organizzato in città, i vertici dell’Arcigay avevano espresso vicinanza ai ‘compagni’ di Atlantide, che avevano sfilato con cartelli provocatori indirizzati sia contro il Comune sia contro la presidente del Quartiere Santo Stefano Ilaria Giorgetti.

Il tutto nasce proprio da un bando con cui Giorgetti aveva affidato il Cassero a due nuove associazioni, che avevano vinto regolarmente la gara, strappando quel luogo al collettivo Lgbt. In seguito alle polemiche queste due associazioni si sono sfilate, trovando altri due luoghi idonei. Ma intanto il caso è scoppiato e sono iniziati i presidi, le forzature, i cori e gli striscioni.

Il caso è stato affidato all’assessore Alberto Ronchi, che ha iniziato a trattare con il collettivo. A questo punto sono partite le critiche politiche da parte dell’opposizione. «E’ come lo Stato che tratta con le Br», è stata l’accusa lanciata da Forza Italia. «Sono parole irresponsabili – la replica di Ronchi –. Il cassero va liberato, ma noi dialoghiamo. Non c’è un problema di ordine pubblico, ma amministrativo, perché nel cassero di porta Santo Stefano devono andare degli uffici comunali». Di diversa opinione la presidente del Quartiere Santo Stefano Ilaria Giorgetti, che a più riprese ha denunciato lo stato di abbandono della zona attorno al Cassero e il degrado portato, a suo dire, dalle attività notturne del collettivo.

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