Si addormenta sull'autobus, 16enne si sveglia da sola nel deposito

L’autista non se n’è accorto, Tper apre una verifica interna

Uno dei depositi di Tper

Uno dei depositi di Tper

Bologna, 4 ottobre 2015 - Una ragazza si risveglia sola, su un autobus deserto e al buio, senza sapere assolutamente dove si trova. Sembra l’inizio di un romanzo noir, invece è solo la brutta avventura capitata l’altra sera a una studentessa minorenne bolognese, che per fortuna si è conclusa in modo positivo. Tper si è detta dispiaciuta per quanto accaduto e, per chiarire nei dettagli la vicenda, ha aperto una verifica interna, perché le procedure dell’azienda di trasporti non permettono in alcun caso che un passeggero possa finire in deposito a bordo di una vettura.

Ma cosa è accaduto? Giovedì verso le 19 la ragazza sale su un bus della linea 11 in piazza Minghetti. Deve fare solo poche fermate, cambiare in via Lame e raggiungere casa in zona Borgo Panigale col 13. Ma la studentessa si addormenta e per due ore i suoi genitori ne perdono le tracce. Comprensibilmente preoccupata, la madre la chiama ripetutamente al cellulare, cercando notizie anche dalle amiche. Ma senza avere alcuna risposta.

Finché, attorno alle 21.15, la ragazza si fa viva: «Scusami, mi ero addormentata. Sono sul bus, siamo fermi in un deposito e non c’è più nessuno. Non so dirti dove mi trovo». In realtà la ragazza è in via Ferrarese, in una delle strutture dove le vetture Tper vengono pulite e rifornite di carburante a fine servizio. E sarebbe stato proprio un addetto a queste mansioni ad aver incontrato la ragazza (non senza sorpresa), rassicurandola vedendola molto confusa e restando con lei fino a che la madre non è venuta a prenderla.

Tutto è bene quel che finisce bene. Ma resta da chiarire, però, come ci sia arrivata. A fine corsa, infatti, ogni autista è tenuto a controllare che l’autobus sia vuoto prima di riportarlo in deposito. Forse è stata data un’occhiata superficiale o la ragazza era in una posizione poco visibile. O semplicemente la rarità di situazioni di questo tipo (al massimo restano in vettura clochard o sbandati) potrebbe aver causato il problema.

Di certo, Tper ha aperto una procedura di verifica: nessun passeggero, infatti, può entrare in deposito per questioni di sicurezza e di organizzazione interna. La madre, però, è inviperita con l’azienda: «Ho chiesto più volte chi fosse l’autista del bus, ma non ho avuto risposte chiare», racconta. L’ha fatto anche giovedì sera, quando è andata a prendere la figlia: «Gli addetti mi hanno risposto che non erano tenuti a darmi quelle informazioni e che a quell’ora, naturalmente, non c’era nessun responsabile presente in deposito».

Gli stessi addetti, comunque, hanno sottolineato di aver aiutato la ragazza e di essere rimasti con lei, finché la madre non è venuta a riprenderla: «Mia figlia ha già ricevuto il ‘suo avere’ – assicura la madre –, sarà stata colpa della stanchezza e della paura di risvegliarsi in un luogo che non conosceva». Dopo questa avventura, quasi sicuramente la prossima volta starà più attenta.

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