Venerdì 26 Aprile 2024

L’automedica non arriva, lei muore: «Diteci se è stato fatto il possibile»

La vittima è una 68enne. Tutti i mezzi impegnati in un parto difficile

Immagini dell'automedica (Fotocastellani)

Immagini dell'automedica (Fotocastellani)

Bologna, 12 gennaio 2015 - Un parto gemellare prematuro, al sesto mese di gravidanza, in piena notte a Pioppe di Salvaro, sulla Porrettana. Pochi minuti dopo una donna di 68 anni che ha un infarto in casa a Porretta e muore. Due neonati di sei mesi portati d’urgenza al Maggiore e ricoverati in terapia intensiva Neonatale. Nati per miracolo, solo grazie alla professionalità dei medici e del personale del 118 che sono intervenuti. Un intreccio di tragiche fatalità. Che però riportano alla luce la delicata questione dell’organizzazione del servizio di emergenza sul territorio, in particolare la montagna. Al punto che il consigliere regionale di Forza Italia, Galeazzo Bignami, presenterà questa mattina in Procura un esposto in cui chiede di fare chiarezza su quello che è successo. E allo stesso tempo ripercorre una serie di episodi che si sono verificati sul territorio, senza tralasciare la chiusura del punto nascite di Porretta un anno fa.

«L’evento – spiega Bignami riferendesi alla morte della 68enne – non è stato né imprevisto né straordinario, atteso che al contrario era noto a tutti che una situazione simile poteva verificarsi in ogni momento, come infatti è avvenuto». Anche la famiglia della donna deceduta a Porretta chiede che si faccia chiarezza su quello che è successo ieri notte. «Indietro non si torna – spiega la figlia della 68enne –, ma vogliamo sapere se è stato fatto tutto quello che si doveva fare per salvare la vita a mia madre. L’automedica non è mai arrivata e quando invece è arrivata la guardia medica ha potuto solo certificare la morte».

Tutto inizia intorno alle 4,30 di ieri mattina. Un’automedica da Marano di Gaggio Montano viene attivata per un parto gemellare prematuro a Pioppe di Salvaro, un paese diviso tra i comuni di Vergato, Grizzana e Marzabotto. Quando il mezzo arriva una ventenne di origine marocchina, alla 27esima settimana di gravidanza, sta per dare alla luce due bambini. La situazione è complessa: trasportare la paziente al Maggiore non è fattibile, così si chiede l’intervento di un’altra automedica in sostegno che arriva da Sasso Marconi in pochi minuti. La ragazza dà alla luce i due neonati prematuri, il secondo, tra l’altro, nasce con un parto podalico. Subito viene disposto il trasferimento alla terapia intensiva neonatale del Maggiore dove sono tutt’ora ricoverati.

Alle 5,17 in contemporanea allo svolgimento dell’intervento a Pioppe di Salvaro, arriva alla centrale operativa un’altra chiamata per un arresto cardiocircolatorio in atto su una donna di 68 anni che vive a Porretta. L’ambulanza arriva in quattro minuti, ma serve un’automedica che porta con sé strumenti precisi e l’attivazione di manovre particolari precluse alla formazione del personale di assistenza sanitaria a bordo dell’ambulanza. L’impegno di entrambe le automediche, in soccorso alla partoriente, impedisce di intervenire sulla chiamata di Porretta. Dove andrà invece la guardia medica che, però, non può fare altro che constatare il decesso della donna. Ora quanto accaduto finirà sul tavolo dei magistrati. Unito a una serie di episodi già denunciati dal consigliere regionale Bignami. La chiusura del punto nascite di Porretta, tra le polemiche, non ha nessuna incidenza su questa vicenda, ma la famiglia della donna deceduta, e non solo, vuole capire se l’intervento si sia svolto come doveva e se si sia fatto il possibile per evitare iltragico epilogo.