‘Awhy’, lo shopping online fatto con intelligenza (artificiale)

La startup del 22enne Arafin Nabil: l’idea durante lo stage in un call center

Il team di Awhy

Il team di Awhy

Bologna, 12 giugno 2015 - Da studente di Economia a imprenditore, prima ancora di laurearsi (succederà a breve). E’ la storia del 22enne Arafin Nabil e della sua buona idea. Il momento epifanico lo ha vissuto mentre faceva lo stage in un call center per un’azienda che vende libri online. “Tutti i giorni il personale addetto riceveva migliaia di domande sempre uguali: ho pensato che la tecnologia avrebbe potuto risolvere questo problema”.

E’ stato così che Arafin ha deciso che da quell’idea si poteva ricavare qualcosa. E da quel qualcosa è nata ‘Awhy’ (www.awhy.it), una startup che punta a migliorare l’assistenza clienti delle aziende, con un focus particolare per il mondo dell’e-commerce. Nata a fine 2012 a Pisa, la città di Arafin e del suo socio originario Vincenzo Caruso, ‘Awhy’ ha spiccato il volo a Bologna, grazie alla fiducia di Telecom Italia che, lo scorso anno, attraverso il programma Working Capital ha finanziato la startup, dandole tuttora ospitalità all’interno dell’acceleratore Tim WCap di via Oberdan 22.

Nabil, che cos’è ‘Awhy’?

“E’ un’intelligenza artificiale per le aziende, offre assistenza automatizzata per migliorare il loro customer care. Basta installare un semplice widget (una barra grafica, ndr) sul sito dell’azienda e questo widget interagisce in linguaggio naturale a qualsiasi domanda ed esigenza dell’utente finale. In parole povere: rispondiamo ai quesiti dei clienti che navigano su un sito”.

E come funziona?

Ci sono due livelli, uno attivo e uno passivo: quello passivo riguarda l’utente che ci fa direttamente la domanda; quello attivo prevede che siamo noi di Awhy a generare la domanda in base alle operazioni che un utente fa sul sito”.

Un esempio?

Se un cliente ha nel carrello online un paio di scarpe, noi gli diciamo che, oltre alle scarpe, può comprare anche i lacci e che, se compra anche i lacci, ha lo sconto del 30%. In questo modo facciamo anche upselling (portare il cliente a un prodotto di livello più alto rispetto a quello che cercava, ndr) e cross selling (vendere altri prodotti oltre a quello che cercava il cliente, ndr)”.

Simuliamo cosa avviene in un sito che ‘monta’ Awhy.

Siamo in un sito di scarpe e un utente vorrebbe sapere se ci sono rimanenze di scarpe rosse in magazzino: allora scrive sulla sua widget. Noi capiamo che sta cercando scarpe rosse e andiamo a pescare nel database e gli diciamo: ‘sì, ci sono’, o ‘no, non ci sono più’. Sembra che ci sia un operatore in carne e ossa, ma, in realtà, è un sistema di intelligenza artificiale. Così evitiamo al cliente di impazzire, mandando mail o telefonando”.

Quanto siete cresciuti in questo periodo?

“Si sono aggiunti altri due soci, Gaetano Principale (designer e marketing) e Filippo Fontanelli (informatico), e abbiamo assunto quattro collaboratori. Adesso cerchiamo persone nel campo del marketing e della comunicazione: la nostra intenzione è quella di arrivare ad avere almeno una decina di persone per coprire tutte le aree del nostro business”.

Ora create occupazione, ma quanto avete dovuto investire all’inizio?

“Abbiamo investito tempo che è tutto nella vita. Il tempo è limitato: se lo usi, significa che ci credi. Ci siamo pagati trasferte per andare a eventi dove sapevamo che gente del settore ci avrebbe potuto avanzare critiche. Ma i giovani non devono avere paura di rischiare”.

Voi vi siete addirittura trasferiti.

“Sapevamo che venendo a vivere a Bologna stavamo rischiando. Ma io sono pazzo e i miei soci ancora di più. Abbiamo lasciato tutto, il lavoro e la vita sociale, per credere in questo progetto”.

E adesso a cosa puntate?

“Abbiamo in cantiere molte altre funzionalità da implementare: nel giro di pochi mesi la versione del software sarà ancora più aggiornata. Il nostro target da qui a dicembre 2015 sarà quello di raggiungere una trentina di aziende. Inoltre, stiamo parlando con un Comune per testare questo servizio nella pubblica amministrazione”.

 

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