«Per Arnaud la chiusura del bar è stata un’ingiustizia troppo grande»

L’amico del trentacinquenne che si è dato fuoco davanti alla Questura

Bologna, un barista si dà fuoco davanti alla Questura, i rilievi della Scientifica (FotoSchicchi)

Bologna, un barista si dà fuoco davanti alla Questura, i rilievi della Scientifica (FotoSchicchi)

Bologna, 2 agosto 2015 - «NON AVREMMO mai creduto Arnaud capace di un gesto simile. Mai». Patrick Joel Tatcheda è uno dei migliori amici di Arnaud T. K., il trentacinquenne gestore del Kamit Espress di via delle Moline che, venerdì sera, si è dato fuoco di fronte alla Questura. «Era forse esasperato per un provvedimento che ha ritenuto un’ingiustizia», continua l’amico che era presente la sera in cui la polizia, chiamata da alcuni residenti della zona disturbati dagli schiamazzi, è arrivata nel locale. Gli agenti, erano circa le 23,30 di mercoledì scorso, avevano provato a entrare nel bar, dove era in corso la cena di una scolaresca. E avevano chiesto ad Arnaud e a sua moglie Alessia, 32 anni, titolare del bar, la licenza. Avevano incontrato la resistenza della coppia, tanto che lei, nella circostanza, era anche stata denunciata per interruzione di pubblico servizio. Sul posto, per un controllo che doveva essere di routine, erano state impegnate, per due ore, tre volanti. Motivo per cui venerdì pomeriggio gli agenti erano tornati al Kamit per notificare ai gestori la sospensione dell’attività, per ordine del questore, per 15 giorni.

«DOPO l’accaduto Arnaud e Alessia, attraverso il loro avvocato, hanno presentato denuncia in Procura per quello che hanno vissuto come un sopruso, visto che i loro documenti, come verificato poi dalla municipale, erano in regola», dice ancora Patrick.

Il trentacinquenne, di origine camerunense ma di cittadinanza italiana dopo il matrimonio, si trova ricoverato al centro ustionati dell’ospedale di Parma. Ha ustioni sul 25 per cento del corpo, braccia, torace e mani, ma non rischia la vita. Venerdì, alle 20,45, il giovane era arrivato negli uffici di piazza Galilei e aveva chiesto di parlare col questore Ignazio Coccia. Che però non c’era. Il piantone aveva quindi invitato Arnoud a tornare il giorno seguente. Ma lui, per tutta risposta, era corso nella piazza e, versandosi addosso del liquido infiammabile da una bottiglietta, si era dato fuoco. Solo il pronto intervento di un poliziotto dell’ufficio denunce aveva evitato il peggio. L’agente, senza pensarci due volte, si era tolto la maglia e, con questa, aveva spento il fuoco inseguendo il 35enne nella piazza, mentre i colleghi chiamavano il 118.

ADESSO, mentre la famiglia è stretta attorno al trentacinquenne, gli esercenti della zona si chiedono il perché del gesto«Arnaud è stato tra i primi a impegnarsi contro il degrado in zona universitaria. Quando si è in prima linea per la sicurezza è difficile prendere bene provvedimenti simili», spiega Marco Bertoncini, vicepresidente del neonato consorzio ‘Enjoy Bologna’, costituito per tutelare il decoro urbano.

«Sono stato anche suo testimone di nozze – spiega Bertoncini –. Con ‘Enjoy Bologna’ e Confesercenti chiederemo un incontro al questore, per capire perché si è arrivati a una sospensione dopo un’unica segnalazione. Poi valuteremo con i nostri legali la possibilità di un ricorso in Prefettura». Il pm Beatrice Ronchi ha aperto un fascicolo senza indagati, né titoli di reato e acquisirà gli atti che riguardano il locale.

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