"Fino a ieri non avevo più lavoro. Oggi qui è più bello che ai Caraibi"

I dipendenti della Bastelli, salvata in extremis da un imprenditore

I dipendenti della Bastelli (Fotoschicchi)

I dipendenti della Bastelli (Fotoschicchi)

Bologna, 12 agosto 2014 - VENTIQUATTR’ORE di ferie comandate, che coincidono con il venerdì di Ferragosto. Tanto basta per la Fratelli Bastelli (marmitte per l’automotive e le macchine agricole, 37 dipendenti) che, a dirla tutta, la settimana scorsa ha saltato pure la domenica. Tutti impazziti? No, piuttosto redivivi. «Questa è la storia di un’azienda morta, sepolta e resuscitata in cinque giorni» avverte Maurizio Bruno, l’imprenditore avellinese che l’ha appena salvata dal fallimento. Attorno a lui ci sono i dipendenti, che ieri, 11 agosto, alle 8 di mattina, in una zona Roveri chiusa per ferie, erano sorridenti e con le tute già sporche.

Erano loro a presentare istanza di fallimento. Senza stipendio da mesi e senza prospettive, meglio fallire che essere presi in giro. Nel frattempo Marcello De Prisco, 13 anni in azienda, un figlio e una moglie in disoccupazione, andava in banca a bloccare il mutuo; Eliseo Cioffo aveva rimesso mani al curriculum; due colleghi erano tornati in Serbia e un altro aveva preso il pullman per la Romania. Tornerà in fretta anche lui, come tutti, perché nel frattempo il miracolo è avvenuto. 

A SALVARE l’azienda è stato Maurizio Bruno, storico cliente. «Qualcuno mi ha chiamato — spiega —, spiegandomi la situazione. Sono venuto solo per antica amicizia. Avevo intenzione di tornare a casa in giornata. Invece sono ancora qui: ho dovuto acquistare delle camicie di ricambio...». Bruno ha accettato la sfida in tempo di record: cinque giorni per farsi un’idea, fondare una newco e presentare una richiesta di affitto a cui seguirà una richiesta di acquisto, irrevocabile. Tutto in fretta, perché «ci sono consegne da effettuare entro il 25 agosto: l’ultima chiamata per non perdere la credibilità residua». 

COSÌ eccoli qui, a lavorare anche nella settimana di Ferragosto. «Abbiamo passato settimane d’angoscia — ricorda De Prisco — e oggi abbiamo di nuovo un’azienda. Non troverà una persona triste per questo sacrificio». Eliseo Cioffo: «Fino a ieri ero senza lavoro, le ferie erano l’ultimo mio pensiero. Quando ci hanno richiamati non volevo crederci. Questo capannone è più bello del mar dei Caraibi!». «Ci rimboccheremo le maniche, abbiamo tutti uno spirito diverso — assicura Marilena Bastelli —. Ripartiremo». C’è tempo solo per una foto di gruppo. Qualcuno chiama anche il signor Bruno, che parla fitto con il consulente del lavoro per le ultime burocrazie. «Il tribunale ci ha chiesto garanzie su garanzie — sospira —. È stato a tratti umiliante, ma al contempo nessuno ci ha sbattuto la porta in faccia. L’istituzione ha fatto fino in fondo la propria parte per il bene dell’azienda. Siamo stati col giudice fino a notte fonda, dal notaio alle due di notte, con il sindacato al sabato. Per questo oggi desidero esprimere la mia più viva e sentita gratitudine al Tribunale fallimentare per l’impegno profuso. Tutte le istituzioni cittadine hanno fatto la propria parte. Ora tocca a noi».

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