'Better Decision Forum', a lezione di benessere aziendale

Erano in 500 mercoledì sera a Palazzo Re Enzo per ascoltare i manager delle imprese più innovative del momento raccontare come lavorare in un ambiente più umano e stimolante: ecco le loro esperienze

L’evento Better Decision Forum a Palazzo Re Enzo (Schicchi)

L’evento Better Decision Forum a Palazzo Re Enzo (Schicchi)

Bologna, 14 aprile 2016 - Cinquecento persone a palazzo Re Enzo, a lezione dai manager delle imprese più creative e innovative del momento, per capire come si possa lavorare in modo più umano. La lista di questa edizione 2016 è lunga e piena di blasoni, nei settori più disparati: vendita online (Ynap e Amazon), tecnologie (SIemens e Spotify), mercati considerati più tradizionali (Banca Mediolanum e Una Hotel). Chiudono il cerchio un ricercatore e un astronauta.

L’evento che li ha riuniti tutti, ieri pomeriggio, si chiama Better Decision Forum, è ideato da Iconsulting, con il patrocinio di Nomisma, Unindustria Bologna e Modena, Bologna Business School, Club Digitale e Andaf,ha richiamato negli anni più di duemila persone, 200 aziende e 30 speaker, e quest’anno è stato realizzato in collaborazione con la bolognese H2H Facility Solutions (gruppo Manutencoop), che ha ispirato la tematica di questa edizione: come e perché il benessere aziendale e la creazione di uno spazio e dei tempi di lavoro più a misura d’uomo incidono sulla creatività e sul successo di un’impresa.

Ne hanno parlato gli stessi protagonisti, introdotti da Piergiorgio Grossi, direttore del forum e vicepresidente di Iconsulting. “In tutte le nostre azioni abbiamo, come sempre, riconosciuto centrale la persona - ha spiegato - Demetrio Migliorati (Mediolanum) -, veicolo del cambiamento in un contesto competitivo sempre più complesso occorre attivare logiche nuove, orientate alla crescita e sostenibili in cui innovare diventa essenziale per sopravvivere”. Per Federica Fasoli (Siemens) “Lo smart working per Siemens è un importante cambio di paradigma culturale: impostare il lavoro all’insegna della flessibilità di orari e di spazi, valutando i risultati e gli obiettivi raggiunti e in sostanza dando la possibilità a ciascuno di organizzare la propria attività in totale autonomia”. Matteo Vignoli (Unimore) ha concentrato l’attenzione sul design degli spazi, perché, ha chiarito: “organizzazioni e servizi sono fatti di persone, necessariamente evolvono nel tempo cambiando la loro struttura e le relazioni con l’ambiente circostante”.

Veronica Diquattro, ha riportato l’esperienza di un’azienda innovativa come Spotify: “Nella nostra casa madre, a Stoccolma ogni meeting room è dedicata a temi musicali e artisti famosi, non ci sono spazi individuali ma sono tutti open space per favorire maggiormente la condivisione; anche l’arredamento e i colori sono diversi per piano”. Per Giacomo Trovato di Amazon, “Quello che svolgiamo nel nostro centro di distribuzione è un lavoro di squadra, fatto dal team che ottimizza la gestione dell’inventario, da chi prepara gli ordini, fino a coloro che si occupano dell’imballaggio. Ognuno di questi ruoli è essenziale per l’insieme del processo”. Elena David (Una Hotel): “Spesso l’innovazione spaventa e genera pregiudizi, e il risultato è una crisi che si ripercuote sulla destinazione Italia nel suo complesso. Per rispondere alle sfide del turismo che cambia, da un lato diventa fondamentale l’utilizzo sapiente delle nuove tecnologie, dall’altro, il principale valore aggiunto deriva dal fattore umano. In questo contesto, la formazione e la valorizzazione delle risorse umane si rivela centrale”.

Gabriele Tazzari (Ynap) ha raccontato la sfida vincente di Ynap nella vendita della moda e del lusso su internet prima e sui cellulari oggi. Sfida seguita anche dalle boutiques: “l’evoluzione degli ambienti di acquisto ha spinto a reinterpretare le applicazioni in contesti di mobility, sempre più dipendenti da fattori stringenti come tempo e disponibilità”. Peculiare, in termini di spazi di lavoro, il punto di vista dell’astronauta Maurizio Cheli. “Il contesto orbitale è oggi quello dove le missioni spaziali si realizzano in condizioni davvero particolari: tutto “viaggia” a 7,6 km/s (circa 28.000 km/h), l’alba e il tramonto si alternano ogni 45 minuti, le condizioni fisiologiche degli space explorers tardano ad adeguarsi al nuovo ambiente, quelle psicologiche sono costantemente messe alla prova. Nello spazio il benessere è frutto di conoscenza, esperienza, preparazione e addestramento. Il “think different” è alla base di quell’adattamento alle nuove condizioni”.

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