Martedì 23 Aprile 2024

Via della Beverara, occupata una parte dell’ex studentato

Lo stabile gestito dall’Asp. Invase le case dell’emergenza. I residenti: "Dieci famiglie entrate negli alloggi vuoti"

Lo stabile occupato in via della Beverara (foto Schicchi)

Lo stabile occupato in via della Beverara (foto Schicchi)

Bologna, 27 dicembre 2014 - «Ho seguito per ore passo dopo passo i loro movimenti. Sono arrivati verso l’una e mezza, si sono presentate prima cinque persone, poi sono una decina di famiglie. Hanno occupato le case dell’Asp vuote affiancate ad altre che sono abitate. Una scena incredibile». È il racconto dell’inquilino di un alloggio Acer che si trova in via della Beverara. Ieri pomeriggio, mentre era in casa con la moglie e i figli, ha assistito all’occupazione abusiva da parte di un gruppo di cittadini, presumibilmente di origine straniera, di alcuni appartamenti ai civici 127 e 129. 

Di recente quegli alloggi erano stati consegnati dal Comune all’Asp per la creazione di appartamenti destinati all’emergenza abitativa. In serata, l’occupazione è stata segnalata alla stessa Asp e ai vigili urbani da parte del presidente del quartiere Navile, Daniele Ara. Ci sarebbero degli assegnatari, ma non sono le persone che ieri hanno preso possesso delle abitazioni. Lo stabile in questione, che si trova vicino al museo del Patrimonio industriale, fino ad alcuni mesi fa era gestito dall’Ergo, l’azienda per il diritto allo studio universitario, e adibito a studentato (l’ex residenza Battiferro). Poi il passaggio all’Asp.

«Io, mia moglie e altre sette famiglie – prosegue il residente – abbiamo avvisato i vigili urbani e i carabinieri e raccontato cosa stava succedendo davanti ai nostri occhi. Hanno occupato in più civici, il palazzo è molto lungo. Sono saliti su tutti e tre i piani. Noi non ci sentiamo al sicuro». Ieri pomeriggio, sul posto si è recato anche il consigliere comunale Manes Bernardini, dopo aver ricevuto diverse segnalazioni dai residenti della zona che parlavano di movimenti sospetti. «Siamo davanti a situazioni di illegalità pilotate – dice Bernardini –. C’è una regia dietro il disagio sociale che però non può trasformarsi in illegalità».