Caso Fiera, le carte dell’inchiesta. "Cosa dici, ci apparentiamo?"

Nell’ordinanza del gip le conversazioni in cui il direttore Bruzzone chiede una ‘contropartita’ per via Michelino

Antonio Bruzzone, il direttore generale della Fiera agli arresti domiciliari

Antonio Bruzzone, il direttore generale della Fiera agli arresti domiciliari

Bologna, 14 luglio 2016 – «Cosa dici, ci apparentiamo?». Inizia così la telefonata fatta dal direttore generale di BolognaFiere Antonio Bruzzone a Roberto Fantino di Gl Events il 4 novembre del 2015. Fantino ha saputo due giorni prima, da un sms inviatogli da Valentino Macri, il segretario generale della Fondazione del Libro di Torino, che BolognaFiere ha presentato la sua candidatura al bando per la Fiera del libro 2016.

«Ciao Roberto – si legge nel messaggio di Macri –... Solo per dirti che è arrivata una terza manifestazione... BolognaFiere... Naturalmente non sai nulla». Non dovrebbe sapere nulla, Fantino, perché le buste dovrebbero essere aperte soltanto quel pomeriggio e, ovviamente, perché gli enti partecipanti al bando non dovrebbero sapere – come previsto dal codice degli appalti – chi sono i loro ‘avversari’ in una gara già di per sé piuttosto proibitiva. Proibitiva perché, tra i vincoli per l’accesso al bando, c’è un affitto complessivo da un milione e 600mila euro da pagare al Lingotto Fiere che, guarda un po’, è della Gl Events, di conseguenza unica società sgravata da questo onere economico. Una restrizione che, secondo gli inquirenti, è già di per sé manifestazione di una precisa volontà di pilotare la gara a favore della Gl Events.

La quale, se apprende con sostenuto ottimismo la presenza in gara della genovese Totem («Sappiamo già che c’è un’azienda che secondo me è poco seria... E non c’è niente da temere», commentava il direttore generale di Gl Events Regis Faure al suo avvocato), si mostra più preoccupata della ‘intromissione’ del colosso fieristico bolognese: «Ce n’è un’altra... molto, molto più pericolosa... Se è vero quello che mi è stato detto... perché si tratta di BolognaFiere... BolognaFiere è in grado di pagare 1 milione e 200mila euro annue... non c’è problema».

È in questo contesto che arriva la chiamata di Bruzzone che, pur non volendo intralciare il percorso della società ‘amica’ (Gl Events detiene il 7% delle azioni di BolognaFiere) fa pesare la sua esperienza a Fantino: «Beh, noi l’esperienza l’abbiamo, dai!», gli dice durante la conversazione del 4 novembre. E aggiunge: «Come siamo andati avanti 50 anni non... Non vi ha mai rotto il cazzo nessuno». Alla proposta, Fantino non si tira indietro: «Cioè Antonio – gli dice – troviamoci un attimo, vediamo se tu vuoi, eh, anche con Regis (Faure) e vediamo». E, di fatto, pochi giorni dopo, BolognaFiere si farà da parte.

Per uscire senza rumore dalla gara, però, Bruzzone in una successiva chiamata dell’11 novembre chiede una contropartita: «Noi da parte nostra, noi poi non... Non proseguiamo, e... quindi... poi se avete voglia che collaboriamo ce lo dite, vediamo, se ci sono spazi volentieri... però di base... Siete soli... cioé per noi siete soli, ecco...».

Per il giudice Adriana Cosenza, che ha disposto gli arresti domiciliari per il manager, non è trascurabile «l’apporto delittutoso reso da Bruzzone» che «una volta compreso un tale assetto di interessi precostituito dai referenti della Fondazione (del Libro) e di Gl Events e Lingotto, finiva per aderirvi, avanzando secondo modalità suadenti ed accorte, le proprie ‘pretese’». Ovvero, «lasciando intendere a Fantino – si legge ancora nell’ordinanza – che il prezzo del ritiro di BolognaFiere rimaneva fissato nella possibilità riconosciuta da Gl di collaborare con la prima nella prossima gestione dell’evento del Salone, evidentemente rendendo servizi o forniture che avrebbero reso un sostanzioso ritorno economico». Tra l’altro, per gli inquirenti, «si coglie che Bruzzone era già pienamente inserito nell’ingranaggio indebito di contestazione e dimostrava fin da subito di essere già a conoscenza del fatto che erano pervenute tre differenti manifestazioni di interesse».

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