Giovedì 25 Aprile 2024

Bologna, sei rinforzi: un vestito da serie A

La rivoluzione d’inverno per far festa in estate

Gastaldello (LaPresse)

Gastaldello (LaPresse)

Bologna, 29 gennaio 2015 - Un anno fa, proprio in questi giorni, il Bologna di Guaraldi salutava gli arrivi di Ibson e Friberg, si apprestava a congedare Diamanti e con un fondo d’angoscia si poneva un interrogativo legittimo: con questa squadra come faremo a non andare in B? (Preoccupazione fondatissima, come purtroppo avrebbe dimostrato il seguito della storia).

Un anno dopo a Casteldebole sono arrivati gli americani ma la domanda è più o meno la stessa, nel senso che è cambiata solo l’ultima lettera: con Da Costa, Sansone, Mbaye, Mancosu, Gastaldello e (nelle prossime ore) Krsticic, come faremo a non andare in A? Aspettando il verdetto del campo, che segue i destini mai del tutto preventivabili di un pallone che rotola, una cosa si può già dire: questo mercato sontuoso reso possibile dalla macchina messa in piedi da Tacopina, dalle risorse di Saputo e dalla prontezza del falco Corvino, da serie A lo è già a tutti gli effetti. Domanda: se un anno fa fossero arrivati questi rinforzi il Bologna sarebbe retrocesso?

Nel calcio non c’è mai la controprova, ma tutti gli indizi portano a una risposta: no. Anche perché un’infornata del genere a gennaio su piazza non si ricorda dalla notte dei tempi. Gli ultimi a spalancare in modo clamoroso i cordoni della borsa al mercato di riparazione furono i Menarini, che nel 2009 staccarono un assegno di 7 milioni per Osvaldo. E poi: c’era una volta un Bologna che a gennaio lasciava partire i suoi capitani (Portanova ceduto al Genoa, Diamanti ai cinesi del Guangzhou) e viceversa oggi c’è un club che i capitani li soffia agli altri: vedi alla voce Gastaldello, da anni giocatore-simbolo di quella Samp che a sorpresa si sta rivelando il grande fornitore (4 rinforzi su 6 sono ex blucerchiati) del progetto di rinascita rossoblù.

Semmai il punto è un altro. Quando Lopez il 28 dicembre, dopo la vittoria sul campo del Lanciano, consegnò agli archivi del 2014 un Bologna secondo in classifica a braccetto col Frosinone, disse che «questa squadra si può migliorare, ma parlare di rivoluzione mi sembra eccessivo». Allora si immaginava che sarebbe arrivato un rinforzo per reparto e in ogni caso che la ‘ratio’ della nuova proprietà sarebbe stata quella di completare adeguatamente l’organico per non costringere Lopez alle palpitazioni nei venti minuti finali in cui i titolari finivano la benzina e i rincalzi quasi mai si rivelavano all’altezza. Altro che organico completato, altro che rincalzi all’altezza: questa ha tutta l’aria di una mezza rivoluzione. Dei sei nuovi arrivi, cinque (Gastaldello, Mbaye, Krsticic, Sansone e Mancosu) sono potenziali titolari e il sesto (Da Costa) ha le spalle sufficientemente larghe per diventarlo se Coppola toppasse qualche partita.

Caro Lopez, hai voluto la bicicletta e adesso pedala. E se proprio non la volevi così, hai ampiamente dimostrato di avere tutte le capacità per registrare il sellino.