Caso Bonucci-Rizzoli, ecco la verità dell'arbitro

Il fischietto bolognese mette il punto sulla vicenda tornata d'attualità dopo la maxi-squalifica a Higuain: "Ecco perché non ho espulso lo juventino"

Il ‘contatto’ tra Bonucci e Rizzoli durante Torino-Juventus (Ansa)

Il ‘contatto’ tra Bonucci e Rizzoli durante Torino-Juventus (Ansa)

Bologna, 5 aprile 2016 - Le 4 giornate di squalifica inferte a Gonzalo Higuain per la reazione dopo il rosso in Udinese-Napoli, hanno inevitabilmente riacceso le polemiche attorno al caso Bonucci-Rizzoli.

Il riferimento è alle vigorose proteste del difensore bianconero nei confronti dell'arbitro bolognese durante Torino-Juventus dello scorso 20 marzo. Oggi il fischietto dell'ultima finale dei Mondiali ha messo la parola fine sulla vicenda: “Bonucci non mi ha dato nessuna testata. Sono stato io a spingerlo, per allontanarlo dal giudice di linea. Il giocatore ha semplicemente esagerato nelle proteste”.

“Non c’è stata testa contro testa: le immagini non danno il senso vero di quel che è successo. Ci fosse stata la testata, non mi sarei limitato al cartellino giallo”, ha detto Rizzoli premiato oggi a Bologna dalla Fondazione ‘Dopo di noi onlus’ di cui è testimonial nella campagna del 5x1000.

“C’è troppa esasperazione e scarsa conoscenza delle regole da parte di tutte le componenti del mondo del pallone - ha concluso l'arbitro bolognese - noi come arbitri dobbiamo avere l’umiltà di fare il mea culpa quando sbagliamo per migliorare la cultura calcistica. Gli altri (giocatori, dirigenti, allenatori e giornalisti) dovrebbero fare lo stesso”.

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