Mercoledì 24 Aprile 2024

Rilancio Bruno Magli: Fico e un museo in città

La storica azienda di pelletteria farà base al Caab, dove potrà sorgere una filiera di produzione di scarpe. Tra le idee, l'esposizione permanente in centro di 800 paia prodotte dal 1940

Sophia Loren prova una scarpa Bruno Magli

Sophia Loren prova una scarpa Bruno Magli

Bologna, 27 novembre 2014 - Il centro direzionale di creatività, stile design e controllo qualità della Bruno Magli, storica azienda di calzature e pelletteria, resterà a Bologna, facendo base al Caab, il centro agroalimentare, dove avrà anche sede Fico-Eatalyword. Verrà poi creata una filiera di produzione di scarpe da vendere all’interno della cittadella del cibo e un museo della moda in centro.

Sono queste le prospettive del presidente del Cda dell’azienda bolognese, Giuseppe Pirola, per rilanciare il marchio storico che dal 15 luglio scorso era in concordato preventivo e che è stato ammesso dal tribunale di Bologna al concordato fallimentare. La Bruno Magli dunque, con i 12-15 dipendenti (su 40) che dovrebbero rimanere nell’azienda, si trasferirà a Fico, «dove non c’è solo il cibo, ma anche altre eccellenze locali e italiane», ha spiegato il presidente del Caab, Andrea Segrè. “Il mio sogno è creare, esattamente come si farà per le varie filiere produttive agricole, una piccola linea produttiva per realizzare e vendere all’interno di Fico le nostre scarpe”, spiega il manager.

C’è inoltre l’idea di creare una filiera di produzione di scarpe all’interno della cittadella del cibo, dove saranno venduti quegli stessi modelli lì prodotti: «In questo caso - ha detto il presidente della Bruno Magli - ci potrebbe essere lo spazio per altri 12 lavoratori». Le scarpe per la commercializzazione nel mondo (soprattutto in Giappone e negli Stati Uniti) continueranno invece ad essere prodotte in aziende nel centro-sud Italia. Un’ulteriore prospettiva è la creazione di un museo della moda Bruno Magli, con oltre 800 paia di scarpe prodotte dal 1940 in esposizione permanente. Si tratterebbe di “un museo da affidare in comodato alla città di Bologna”, ha detto Pirola.