Cade in un tombino, condannati Hera e Comune

Avvocato ferito a una gamba risarcito con 8mila euro. "Palazzo d’Accursio doveva vigilare"

Lavori

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Bologna, 22 novembre 2014 - Aveva ‘festeggiato’ il solstizio d’estate nel peggiore dei modi, cadendo in un tombino lasciato colpevolmente aperto dagli operai. Così l’uomo, un avvocato quarantenne, era finito all’ospedale con traumi alla caviglia e al ginocchio. L’incidente risale al 21 giugno 2009 e ora il giudice civile Maria Laura Benini ha condannato il Comune, Hera e la società Idrodinamica Spurgo Velox a pagare (come risarcimento danni) 8.420 euro al legale, assistito dagli avvocati Alessandra Stalteri, Michele Facci e Giovanni Facci. Il giudice ha stabilito un principio importante: il Comune non si libera dalla responsabilità solo perché ha dato in gestione a terzi, cioè Hera, la manutenzione delle strade.

I fatti: l’uomo quella sera era andato a trovare un’amica in via Triachini, zona Massarenti, ed era uscito per tornare a casa verso le 23. Mentre camminava sul marciapiede, però, era caduto in un tombino lasciato aperto durante l’attività di spurgo del pomeriggio. In quel tratto di strada il lampione era spento. Il giudice, chiarito che la responsabilità della Spurgo Velox (che lavorava per conto di Hera) è pacifica non avendo delimitato e segnalato il tombino aperto, passa a valutare la posizione di Comune e di Hera.

«L’obbligo di mantenere il marciapiede in condizioni che non costituiscano una situazione di pericolo incombe sul Comune – scrive il giudice – , in quanto suo proprietario e custode e l’aver dato in appalto a un altro soggetto l’attività di manutenzione non esclude in alcun modo la sua responsabilità, unitamente quella dell’appaltatore». Sul Comune grava «l’obbligo di custodia quale proprietario della strada, obbligo che si risolve anche nel dovere di vigilanza finalizzato all’adozione delle cautele atte ad evitare danni a terzi».

«Di conseguenza – conclude il giudice –, tutti gli enti devono essere considerati co-custodi e percià responsabili. E quindi vanno condannati - in solido tra loro - a risarcire 8.420 euro a titolo di danno non patrimoniale e patrimoniale». La prognosi per il legale era stata di 45 giorni. Spurgo Velox è stata condannata a liquidare a Hera l’80% di quanto la stessa verserà al danneggiato.

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