Luglio bollente, il Cnr conferma: il più caldo in duecento anni

Michele Brunetti: "La media è stata di 27,9 gradi. Un vero record"

Caldo e afa (Zani)

Caldo e afa (Zani)

Bologna, 5 agosto 2015 - E’ proprio un caldo da record e lo si può dire, senza rischiare di cadere nel più classico dei luoghi comuni. A certificare che non si tratta di una frase fatta è il Cnr, secondo cui siamo appena usciti dal luglio più caldo degli ultimi 200 anni, ovvero da quando (era il 1800) nel nostro Paese si eseguono osservazioni strumentali. «Abbiamo avuto una temperatura media di 27,9 gradi, ovvero 3,7 gradi sopra la media di tutti i mesi di luglio dal 1971 ad oggi», spiega Michele Brunetti, responsabile della banca dati di climatologia storica dell’Isac-Cnr: «Un’anomalia», così viene chiamata dagli scienziati del meteo, superiore anche alla media italiana, che si è fermata a +3,6 gradi.

Il luglio 2015, dunque, ha riscritto il primato del 2012, quando il caldo medio raggiunse quota 27,2 gradi. «Eccetto due brevi interruzioni – spiega Brunetti –, per tutto il mese abbiamo avuto risalite di alta pressione di origine africana su tutto il Mediterraneo che hanno causato questo clima torrido». Il contrario dell’anno scorso, quando pioggia e maltempo rovinarono le vacanze e gli affari di molti bolognesi: «La temperatura media si fermò a 23,3 gradi, sotto la media storica di 24,2».

Presto, comunque, per poter trarre delle conclusioni: «Un singolo mese non ci dice nulla, perché proprio il 2014 ci dimostra che ogni anno fa storia a sé», premette Brunetti, riconoscendo, però, «che una tendenza innegabilmente c’è, dato che 9 degli anni più caldi in città sono tutti successivi al 2000».

Le ragioni stanno nei cambiamenti climatici dell’intero pianeta, che potrebbero anche essere limitati, a patto di metterci un po’ di buona volontà: «Servirebbero politiche radicali, perché quelle attuali non sono sufficienti a invertire la tendenza». Quanto a noi, conclude Brunetti, «non resta che adattarci, magari mettendo in atto i giusti risparmi energetici: meno consumiamo energia, meno ne dobbiamo produrre per la nostra vita».

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