Scoppia il caldo africano, Ausl in allerta

Fenomeno simile a quello della terribile stagione del 2003, giovedì il primo picco. I consigli dell'esperto per difendersi dall'ondata di calore

Un'immagine di caldo

Un'immagine di caldo

Bologna, 1 luglio 2015 - Una cappa di caldo africano si è posata sulla città. L’anticiclone sta bussando alle porte dell’Europa e i prossimi giorni potrebbero riportarci a una situazione climatica simile a quella della soffocante estate del 2003 . Tutte le previsioni meteo (guarda) convergono su questa conclusione e anche l’Ausl si sta preparando ad affrontare l’allerta.

Secondo il meteorologo Edoardo Ferrara di 3bmeteo «le temperature si porteranno sopra le medie del periodo anche di oltre 7-10° al Centronord», con punte di 34 gradi a Bologna. Anche le previsioni a lungo termine dell’Arpa non sono confortanti. L’agenzia regionale, nei giorni scorsi, ha diffuso un bollettino secondo il quale «sull’Emilia-Romagna da oggi, le temperature sono previste in sensibile aumento nei valori diurni e gradualmente anche in quelli notturni. Le massime dovrebbero rimanere stabilmente sopra i 35 °C mentre di notte difficilmente si scenderà sotto i 20 °C».

«Questa situazione – prevede l’Arpa – potrà dar luogo a giornate con disagio bioclimatico a partire da giovedì 2 luglio. La situazione non dovrebbe cambiare fino a circa il 20 di luglio». Ma, secondo i modelli, è tra il 6 e il 12 luglio che «è previsto il culmine dell’ondata di caldo, con temperature medie giornaliere che in Emilia-Romagna si attesteranno intorno ai 28-29 gradi, 4-5 gradi in più rispetto alla media climatologica». Tali proiezioni, tuttavia, andranno riviste nei prossimi giorni. «Noi abbiamo informazioni sulla tendenza a 5 giorni – spiega Paolo Pandolfi, responsabile del piano anticalore dell’Ausl – e l’indicazione che abbiamo ricevuto è che il caldo più elevato in queste giornate sarà giovedì e venerdì, con massime di 36°. Nelle ondate di calore, però, non è tanto importante il picco più acuto del fenomeno quanto la persistenza. Una sola giornata di gran caldo per noi non è un’ondata».

Se le previsioni saranno confermate nelle prossime ore, l’Ausl diramerà l’allerta. Che serve, sottolinea Pandolfi, «per permettere al sistema di ritararsi per affrontare l’eventuale emergenza». In prima battuta, questo significa ad esempio che le strutture sanitarie pubbliche e private devono verificare il funzionamento degli impianti di condizionamento e dei protocolli interni per tutelare i soggetti particolarmente fragili. Se l’ondata di calore persiste oltre i quattro giorni si passa al «rafforzamento del sistema di pronto intervento», con l’attivazione di due mezzi in più da parte del 118, fino ad arrivare alla revisione dei turni di lavoro del personale.

La migliore difesa, però, è quella che ognuno può adottare per sé stesso e per le persone di cui eventualmente si prende cura: «Si tratta di norme di buon senso – dice l’esperto dell’Ausl –. Ad esempio: evitare di uscire fra le 11 e le 18, tenere le persiane esposte al sole chiuse per far penetrare meno calore in casa, attenzione all’utilizzo dei condizionatori, regolandoli al massimo a un temperatura di 6-8° inferiore a quella esterna, non rivolgere i ventilatori direttamente sul corpo, mangiare leggero».

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