Allarme Leishmaniosi: a Castello di Serravalle il secondo morto in due anni

E' deceduto Nazzareno Passini, ex agricoltore, 81enne

Cani

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Castello di Serravalle (Bologna), 29 maggio 2015 -  Castello di Serravalle piange il secondo morto di Leishmaniosi. Si tratta di Nazzareno Passini, 81enne ex agricoltore e muratore, deceduto il 18 maggio dopo tre settimane di ricovero prima all’ospedale Dossetti di Bazzano e poi al reparto malattie infettive del Sant’Orsola di Bologna. Due anni fa, il 15 febbraio del 2013, sempre in seguito al contagio della stessa malattia, era morto Luigi Rossi, pensionato residente a San Martino in Casola, ma originario di Castelletto dove trascorreva gran parte del suo tempo, affiancando il figlio Paolo Rossi nelle sue attività commerciali e di ristorazione.

«Mio fratello stava benissimo. In vita sua non era mai stato ricoverato all’ospedale. All’inizio di maggio ha accusato i primi sintomi della malattia e in venti giorni se n’è andato!» dice affranta la sorella minore Maria, che l’ha assistito nel calvario doloroso e straziante del decorso senza rimedio. Fino alla morte. «Ha iniziato a sentire debolezza e inappetenza. Ma è sempre stato magro e non posso certo dire che apparisse deperito. Viveva da solo, ma a casa nostra aveva un posto fisso alla festa e ogni volta che si faceva qualcosa di particolare….ora ha lasciato un vuoto del quale non ci facciamo una ragione. Perché non si può morire così…di una cosa provocata dalla puntura di un papataccio, come fossimo in una zona infetta».

ALLA COMPARSA dei sintomi Maria e i suoi fratelli hanno accompagnato Nazzareno (che tutti conoscono col nome di Giovanni) dal medico curante, che ha disposto subito il ricorso al Pronto soccorso dell’ospedale di Bazzano. «Hanno visto subito che i sintomi erano quelli della Leishmania e l’hanno trasferito al Sant’Orsola – racconta il fratello Ettore –. Da ragazzo come me ha fatto l’agricoltore e poi il muratore. Non si è mai sposato, viveva per conto suo ed era sempre fuori. Negli ultimi anni faceva anche il barista volontario al centro sociale. Lo conoscevano tutti».

NAZZARENO non ha mai avuto un cane: «I medici ci hanno spiegato che l’incubazione della malattia può durare molti mesi o anche anni. Era robusto e sano. Aveva ottant’anni ma ne dimostrava molti di meno. Ho avuto dei sospetti quando ha iniziato a mangiare di meno, diceva che non aveva fame. Ma poi i passatelli li aveva finiti… Dal dottore ci siamo andati appena ci siamo resi conto che qualcosa non andava. Ma è stato come quando una pietra inizia a rotolare in basso e non si è fermata che alla fine. Quello che fa rabbia è che qui c’è già stato un morto, e altri malati, fortunatamente curati. C’è un altro uomo di Castelletto in cura per una forma cutanea sempre di Leismaniosi. E nessuno dice niente. Siamo in una zona ‘rossa’ ad alto rischio ma non si fa abbastanza».

«Giovanni non può essere morto per niente» conclude risentita la sorella Maria.

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