In cento occupano l’ex Dima di via Emilia Levante

Ci sono anche donne e bambini. L’iniziativa organizzata da Social Log e Asia

Occupazione dell'ex Dima di via Emilia Levante (foto Schicchi)

Occupazione dell'ex Dima di via Emilia Levante (foto Schicchi)

Bologna, 22 maggio 2015 - Nuova occupazione a Bologna: oltre 150 persone, stamattina verso le 6, hanno “conquistato” l’ex residence di via Emilia Levante 10, ex locale della Dima sfitto dal 2012. Sono rifugiati politici, migranti, disoccupati e rom: la maggior parte viene da altri spazi occupati, gia’ sgomberati o che hanno ricevuto la notifica di allontanamento coatto. Tra questi ci sono sei famiglie e circa 20 minori, dei quali il piu’ piccolo ha quattro mesi.

I quasi 100 mini-appartamenti della struttura sono praticamente nuovi (quasi non fossero mai stati utilizzati) ma, per il momento non hanno ne’ luce ne’ acqua. Sul posto stamattina sono arrivati Digos e Polizia, avvertite dalla vigilanza.

A guidare l’occupazione e’ la sezione bolognese della Cispm, la Coalizione internazionale migranti rifugiati e sans-papier, organizzazione internazionale (in Italia vicina ad Usb), che oggi in tutta Europa organizza manifestazioni contro Frontex e le misure attuate nei confronti di migranti e rifugiati. “Abbiamo occupato per uso abitativo e sociale- spiega Luca di Cispm- per ora siamo un centinaio ma il numero è inevitabilmente destinato ad aumentare, perché le Istituzioni di Bologna soluzioni reali non ne hanno”.

L’assessore ai Servizi sociali Amelia Frascaroli ieri ha detto che è necessario prevenire gli sgomberi, atti di forza che non risolvono il problema, ma fanno si’ che le persone si spostino altrove. Il Prefetto Ennio Maria Sodano invece è stato categorico: se i provvedimenti ci sono, vanno eseguiti.

“Noi non siamo ‘contro’- dice Luca- e siamo disposti a fare un accordo con il Comune, a pagare le utenze, a trovare una soluzione alternativa. La vera sfida ora e’ portare il problema in citta’, senno’ finisce come per la vicenda di ‘mafia capitale’, che dopo pochi mesi e’ sparita dai giornali senza che nulla sia stato risolto”. 

Secondo il Cispm, le occupazioni abitative sarebbero sette-otto solo a Bologna (senza contare tutte quelle non dichiarate) per un totale di quasi 800 persone. A prendere possesso della struttura dell’ex Dima, il centro commerciale fallito tre anni fa, ci sono tanti profughi. Per la maggior parte vengono dall’Africa sub-sahariana (Mali, Nigeria, Somalia e Costa D’Avorio) e per arrivare in Italia hanno attraversato la Siria. Molti di loro hanno da poco finito il periodo di “accoglienza” e ottenuto il cosiddetto “permesso di soggiorno umanitario”, che ha durata di un anno ed e’ difficile venga rinnovato, lasciando i rifugiati senza documenti e senza alcun sussidio. “Non parlano neanche italiano- spiega Luca della Cispm- girano come fantasmi per la citta’, senza carta d’identita’ e aiuti statali e senza possibilita’ di avere un lavoro: se non dormono qui, non sanno dove altro andare”.

Altri vengono dalla Romania e sono arrivati in citta’ diversi anni fa. Hanno sempre lavorato come operai nelle grandi aziende, poi si sono trovati senza lavoro e con una famiglia lontana da mantenere. La maggior parte di loro lavora “a giornata” e non guadagna abbastanza per pagarsi un affitto. Prima di entrare all’ex Dima, hanno dormito per mesi all’occupazione di via Quarto di Sopra o di via Toscana. “Noi abbiamo lavorato e pagato le tasse esattamente come tutti voi- dice uno di loro- poi pero’ siamo rimasti senza casa”.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro