La chiesina dell’A1 compie 50 anni

Al Cantagallo è l’unica al mondo in un’autostrada, venne inaugurata nel 1966 dal cardinale Giacomo Lercaro

La cappella di Sant’Angelo, aLll’interno del Cantagallo (Mignardi)

La cappella di Sant’Angelo, aLll’interno del Cantagallo (Mignardi)

Bologna, 17 aprile 2016 - Compie cinquant’anni la cappella di Sant’Angelo al Cantagallo di Casalecchio. È l’unica chiesa d’autostrada in tutta Italia (e forse al mondo), un gioiello d’architettura moderna firmato dall’architetto Melchiorre Bega, milanese, ma nativo di Crevalcore, un grande del Novecento italiano. Lo stesso progettista che disegnò l’avvenieristica struttura a ponte del Mottagrill. Edificio con sagoma a ‘M’ che venne distrutto (e poi ricostruito in forme più semplici) da un devastante incendio nel 1980. Di più modesta dimensione questa chiesina che venne inaugurata dal cardinal Lercaro il 15 aprile 1966, e poi affidata alla cura della parrocchia di San Giovanni Battista di Casalecchio, e quindi (dopo la sua istituzione del 1992) alla parrocchia di San Biagio. edificio essenziale, in mattoni e ferro, col tetto spiovente, quasi a ricordare una cappella alpina, completato all’esterno dalla presenza di un campanile aperto con colonne di acciaio che reggono quattro campane, tipiche del ‘doppio’ bolognese. Da pochi giorni Autostrade per l’Italia ha sistemato l’area, disposto tabelloni turistici e indicazioni stradali per segnalare questo luogo di ristoro spirituale che si affianca a distributori di benzina, parcheggi, bar, ristoranti che costituiscono una delle più importanti stazioni di servizio dell’Autostrada del sole.

Nell’occasione è stato anche pubblicato un opuscolo informativo con una ricerca storica di Stefano Cellini affiancata da immagini d’epoca, e poi uno scritto di Michele Renzi, direttore del Terzo tronco di Autostrade, oltre a una riflessione del parroco di san Biagio, don Sanzio Tasini, dalla quale emerge la modernità di quell’iniziativa e l’attualità dell’opera: «Grazie all’impegno del nostro ‘custode’ Pietro Mari, la chiesina è sempre custodita e frequentata da centinaia di persone. Gruppi di pellegrini possono celebrare messa e nella cassetta delle preghiere ogni mese vengono infilate più di duecento intenzioni che vengono lette e ricordate dal gruppo di preghiera della nostra parrocchia: italiani e stranieri, camionisti e famiglie, pellegrini verso Roma: tanti si fermano»,– dice il parroco, che ricorda anche lo storico custode Giuseppe Primozic e auspica alcune piccole migliorie.

Il vescovo emerito Ernesto Vecchi 50 anni fa, il giorno della consacrazione e della prima messa, accompagnò il cardinal Lercaro: «Venne intitolata all’Angelo custode che veglia su di noi durante il viaggio, come disse Lercaro nell’omelia, alla presenza di Angelo Motta, che finanziò un’opera utile e importante. C’era il parroco dell’epoca, don Orlando Santi. Hanno fatto benissimo a sistemarla. Quando ti fermi durante un viaggio hai modo di rientrare in te stesso e pensare al significato della vita».

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